Referendum Costituzionale

Con il sistema proporzionale Grande coalizione inevitabile

Per la maggioranza al Senato servono 161 seggi: il Pd dovrebbe allearsi coi moderati per tentare di governare

Con il sistema proporzionale Grande coalizione inevitabile

Archiviati referendum, riforma Boschi (e Renzi), c'è già qualcuno - M5S in testa - che spinge per correre a votare. Ma c'è un risvolto del «No» che rischia di portare all'ennesimo stallo.

È uno dei risultati delle due leggi elettorali diverse con cui si andrebbe al voto per eleggere Camera e Senato, Italicum e Consultellum. Sull'Italicum pende la spada di Damocle del vaglio della Consulta, che dovrebbe esprimersi a breve sulle questioni di legittimità sollevate da vari tribunali, e che riguardano tra l'altro proprio la soglia di sbarramento e il premio di maggioranza, due tra gli elementi della legge che dovrebbero garantire la governabilità. Pochi dubbi che i giudici della Corte metteranno mano alla legge, c'è solo da capire dove (e quanto duramente) colpirà la forbice degli ermellini della Consulta.

Anche la seconda legge elettorale, quella con cui si voterebbe per Palazzo Madama, è frutto della bocciatura da parte della Corte Costituzionale del Porcellum, che liberato dai profili di incostituzionalità (tra i quali proprio il premio di maggioranza) è stato ribattezzato Consultellum. Sarebbe andato in pensione senza mai essere testato se fosse passato il sì, con il Senato divenuto non più elettivo e ridotto a 100 componenti. Ma come è noto il no ha stravinto, e dunque le pressioni per tornare a votare, in caso di successo, porterebbero a eleggere i 315 senatori proprio con l'erede del Porcellum. Ma senza premio, c'è qualche partito che riuscirebbe ad assicurarsi i 161 scranni (considerati i 5 senatori a vita) necessari per la maggioranza? La risposta, stando a una proiezione di Scenari Politici di qualche settimana fa, è no. Lo stesso sito, alla vigilia del referendum, aveva elaborato una proiezione del nuovo senato, seguendo le regole previste dalla riforma poi bocciata, che assicurava al centrosinistra 53-60 senatori su 100. Votando in tempi brevi con il Consultellum, invece, secondo Scenari Politici lo stallo al Senato, al momento, sarebbe inevitabile. Applicando i sondaggi fatti a livello regionale su Palazzo Madama, infatti, il risultato è lo specchio - ingovernabile - di un Paese tripartitico, diviso tra Pd, centrodestra e Cinque Stelle. Sarebbero 111 i seggi che il Pd incasserebbe secondo i sondaggi attuali. Ben al di sotto della maggioranza anche unendosi al resto del centrosinistra, al quale andrebbero briciole (leggi: 5 seggi). Non va meglio a Grillo, a cui la proiezione assegna 96 senatori, destinati a non incrementare via alleanze stante la scarsa vocazione pentastellata alla coalizione. Numeri troppo bassi, di conseguenza, pure per il centrodestra, che arriverebbe a quota 94 sommando Forza Italia (43), Lega (37), Fdi (9) e altri (5). Insomma, paralisi garantita. Perché persino una riedizione del patto del Nazareno, con un'asse tra dem e azzurri, potrebbe non bastare fermando la conta a 154.

L'unica soluzione sembra essere quella di mettere mano all'Italicum per correggerla e dribblare i rischi di incostituzionalità oltre che per «adattarla» anche al Senato. Con tempi più lunghi che certo non piaceranno ai grillini - preoccupati anche dalla possibilità che il governo di transizione, quale che sia, modifichi la legge elettorale per mettere i bastoni tra le ruote al Movimento, uscito ancora più rafforzato dal Referendum - e nemmeno a Salvini e alla Meloni, che hanno però oggettivamente meno chances di strappare alle urne numeri sufficienti da puntare al governo del Paese.

D'altra parte a chiudere ogni spiraglio di elezioni anticipate con questo quadro normativo sarebbe anche il Colle: Sergio Mattarella non riterrebbe percorribile l'ipotesi di andare al voto con due diverse leggi elettorali.

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