Slogan e striscioni contro il ministro: «No alla censura»

Roma «La democrazia non chiede il permesso. No alla censura, no alla riforma costituzionale». Uno striscione polemico e una contestazione accolgono Maria Elena Boschi all'arrivo alla Sapienza, dove ieri nel primo pomeriggio il ministro per le Riforme e i rapporti col Parlamento ha tenuto una lezione nell'aula magna «Tarantelli». Una quindicina di persone - alcune imbavagliate - ha mostrato cartelli e scandito slogan contro il governo Renzi e contro la Boschi, alla quale è stata anche contestata la vicenda del crac di Banca Etruria, istituto del quale il padre del ministro è stato a lungo componente del Cda e poi vicepresidente. L'azione è stata poi «rivendicata» sui social dal sindacato universitario «Link» di Roma, e ha incassato l'appoggio dei Giovani comunisti della capitale, «ancora una volta a sostegno delle giuste contestazioni degli studenti contro la barbarie del Governo Renzi».Al centro della polemica, il tortuoso iter richiesto dall'università sia per prendere parte all'incontro (che si è poi tenuto regolarmente) che per poter rivolgere domande al ministro. I quesiti andavano infatti inviati preventivamente per email alla segreteria di presidenza, che ha poi confermato qualche giorno fa, sempre via email, quali tra le domande ricevute potessero essere rivolte al ministro al termine della lezione.Una «censura preventiva» che per i manifestanti che hanno deciso di contestare il ministro Boschi è assolutamente inaccettabile.

«È un modo - hanno spiegato ieri - per limitare il dibattito democratico. Anche la riforma costituzionale limita la democrazia, eliminando il bicameralismo. Noi siamo per il bicameralismo e siamo contro la concentrazione del potere nelle mani dell'esecutivo».MMO

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