Smascherate le bugie Ong. No ai poliziotti a bordo ma lavorano con la Nato

Oxfam, Save the Children e altre da due mesi condividono report con l'Alleanza atlantica

Smascherate le bugie Ong. No ai poliziotti a bordo ma lavorano con la Nato

Ong e organizzazioni internazionali che hanno fatto fuoco e fiamme sullo stop ai migranti dalla Libia imposto dal Viminale adesso collaborano con la Nato sulla stessa spinosa questione. Non volevano i poliziotti italiani a bordo delle navi recupera-migranti, ma fanno parte delle rete di collegamenti del nuovo hub Nato a Napoli per la raccolta di informazioni e l'analisi, in Africa e Medio oriente, a cominciare dal terrorismo e dalle migrazioni. Al punto che Save the children, Oxfam, Care, Intersos, oltre all'Onu, compaiono sul sito ufficiale della direzione strategica dell'Alleanza atlantica per il Sud del Mondo (Nsds Hub) inaugurato lo scorso settembre. Un centro innovativo che per la Nato «raccoglierà, analizzerà e diffonderà informazioni», anche sui flussi migratori.

Sul sito del centro si spiega con chiarezza che «l'hub svilupperà nuovi rapporti con le Organizzazioni Internazionali e le Entità non Nato» ovvero Ong, università e centri studi. Una sezione specifica si occuperà del «coordinamento e rispetto reciproco con le Organizzazioni internazionali e non governative». Non a caso l'inaugurazione è passata sotto silenzio, ma di fatto si tratta di un importante avamposto di intelligence dell'Alleanza sui temi più caldi. Il 5 settembre, al taglio del nastro, il tenente colonnello Massimo Zaccheroni, che fa parte della struttura ha confermato sulle pagine locali di Repubblica, che «il ruolo delle organizzazioni non governative sarà quello di condividere informazioni e renderle disponibili, un'attività di sharing dei report fatti sul posto dalle ong che però potranno venire anche qui alla base Nato e lavorare con noi: ci sarà una cellula per tutti gli enti non-Nato». E il comandante americano, Alex Bush, ha sottolineato che le informazioni raccolte saranno pubblicate «sul nostro sito tranne ovviamente quelle segrete, che condivideremo solo nella rete interna».

Una buona idea per fronteggiare terrorismo e traffico di esseri umani, ma paradossale rispetto alla levata di scudi delle Ong coinvolte che non volevano neppure i poliziotti italiani sulle loro navi. Una di queste è Oxfam. Il suo rappresentante in Italia, Francesco Petrelli, si è sempre schierato contro gli agenti armati a bordo. Non solo: cliccando sul link della Ong dal sito del nuovo centro Nato si arriva dritti al dossier di denuncia per «l'inadeguatezza delle politiche europee e le sue conseguenze sulla vita di centinaia di migliaia di migranti e rifugiati». Oxfam si scaglia anche contro l'Italia e il parziale stop dei flussi dalla Libia, però collabora con il centro di raccolta informazioni della Nato. Save the children è un'altra Ong che compare sul sito dell'hub militare. Pur avendo firmato il codice di condotta del Viminale, la procura di Trapani indaga per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina il comandante della nave Vos Hestia, che l'organizzazione umanitaria ha utilizzato al largo della Libia. E il direttore generale Valerio Neri, appena firmato il codice, riferendosi all'arrivo a bordo di poliziotti italiani, aveva ribadito che «probabilmente non accadrà mai».

Per non parlare del paradosso delle Nazioni unite, che da una parte collaborano con l'hub di

Napoli, che raccoglierà informazioni sul traffico di esseri umani, ma dall'altra hanno ripetutamente attaccato l'Italia sul piano per arginare l'arrivo dei barconi dalla Libia appellandosi al sacro totem dei diritti umani.

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