Il direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano, indagato da venerdì per false comunicazioni sociali, si fa da parte e la crisi al vertice del gruppo compie finalmente un passo avanti. Il cda del gruppo della società ieri ha accettato di collocare Napoletano in aspettativa, senza stipendio, per un massimo di sei mesi. E ha nominato Guido Gentili, editorialista ed ex direttore dello stesso 24 Ore tra il 2001 e il 2005, direttore responsabile, con una formula «ad interim», per la durata necessaria all'individuazione del futuro numero uno del quotidiano. Durata che richiederà tempi brevi. Alla ricerca cui lavorerà il presidente del gruppo, Giorgio Fossa, in contatto costante con l'azionista di controllo, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.
La soluzione trovata è sì provvisoria ma, grazie alla disponibilità di Gentili, ha permesso all'ad Franco Moscetti di superare l'impasse del gruppo editoriale: finanziariamente a secco (patrimonio netto negativo), un aumento di capitale importante alle porte, un'inchiesta giudiziaria in corso e uno sciopero ad oltranza dei giornalisti del quotidiano, che chiedevano le dimissioni di Napoletano e che da sabato non fanno uscire il Sole. Oggi ci sarà un'assemblea di redazione, ma è prevedibile che lo sciopero venga revocato fin da subito (e così anche quello dei poligrafici, proclamato per giovedì) perché la figura di Gentili fornisce quelle garanzie di discontinuità che il cdr pretendeva: qualcuno ieri ricordava come il neo direttore avesse più volte manifestato, in occasioni pubbliche, la sua distanza da Napoletano, in linea con stragrande maggioranza dei giornalisti, che hanno sfiduciato già nell'ottobre scorso l'ex direttore. Quest'ultimo rimane sì nel gruppo. Ma l'aspettativa non retribuita e a tempo è considerata, al contrario dell'autosospensione ipotizzata fino a poco prima del cda di ieri, come un punto di non ritorno. Unito, tra l'altro, alla nomina di un direttore sicuramente gradito molto di più di altre candidature circolate alla vigilia e considerate troppo vicine a Napoletano, come quella dell'attuale vicedirettore Alberto Orioli. Il quale peraltro, ieri, avrebbe declinato di partecipare alla gara proprio per evitare ulteriori spaccature.
Importante anche il profilo legale: l'aspettativa di Napoletano - unico dei 10 indagati dalla Procura che occupava ancora il suo posto e considerato dai pm «amministratore di fatto» del gruppo Sole - migliora la posizione giudiziaria della società perché certifica la volontà di svolta dell'attuale management.
Per questo l'ad Moscetti, con Fossa dalla sua ma anche impegnato a fare la «staffetta» con Boccia, esce dal più lungo week end del gruppo editoriale più forte. Il manager laziale è stato molto determinato, tra venerdì, dopo le perquisizioni e gli avvisi di garanzia, e ieri mattina, a respingere ogni ipotesi di soluzioni morbide rispetto al direttore, o che non comportassero una reale discontinuità. Indicata come necessaria anche dall'Organismo di Vigilanza interno. Questa era invece la linea sostenuta, all'interno del cda, da un leader confindustriale quale Luigi Abete e dal direttore generale di viale dell'Astronomia Marcella Panucci, che sostenevano infatti la candidatura di Orioli. Ma per Moscetti soluzioni più soft di quella trovata avrebbero compromesso la gestione del gruppo e l'aumento di capitale. Tanto che l'ad era pronto a portare i libri in Tribunale e a chiedere l'arrivo di un commissario giudiziale. La sua linea è passata.
Ora di certo il clima sarà migliore, ma la partita è ancora lunga e in salita: serve un
aumento di capitale che Confindustria vorrebbe limitare al minimo. Mentre le banche, titolari di 50 milioni di debito, ci vogliono vedere chiaro. E sembra che i primi riscontri sul piano di rilancio non siano stati positivi.
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