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La solidarietà di Salvini. Ma la Meloni tace

Il leghista: "Accanimento senza precedenti". L'ordine nel Pd: ignorare il caso

La solidarietà di Salvini. Ma la Meloni tace

Anche un presidente emerito della Corte Costituzionale come Cesare Mirabelli considera decisamente «eccessiva» la richiesta di sottoporre a perizia psichiatrica l'ex premier Silvio Berlusconi, avanzata dai magistrati di Milano.

Intervistato dal sito Formiche, Mirabelli dice che «da parte del Tribunale è stata fatta una richiesta piuttosto inusuale». Poteva infatti essere legittimo «accertare se in effetti ci fosse un impedimento oggettivo dal punto di vista clinico e medico, ma con la richiesta di perizia psichiatrica si sono spinti oltre». Per Mirabelli, la decisione di Berlusconi di rifiutarla «è stata un atto di grande coraggio. Decidere di esporsi in questo modo nell'ambito di un processo presuppone la volontà di denunciare l'eccessività della richiesta da parte del giudice. Ed è probabile che la scelta di Berlusconi metta seriamente in discussione l'imparzialità del giudice chiamato ad esprimersi sul processo Ruby Ter».

L'opinione del presidente emerito della Consulta è condivisa da altri giuristi, come il presidente delle Camere Penali Giandomenico Caiazza che ieri, col Giornale, ha parlato di richiesta «offensiva e umiliante». Sul fronte politico, si schiera a sostegno del Cavaliere l'alleato Matteo Salvini «Contro Berlusconi c'è un accanimento che non ha precedenti nella storia repubblicana, può stare simpatico o antipatico, ma è un uomo di Stato, non può stare sotto processo per 30 anni, se la prendano con i delinquenti e lascino stare una persona che ha fatto tanto e spero possa fare ancora tanto per il Paese», dice il leader della Lega. Da FdI interviene con decisione Fabio Rampelli, che definisce «vergognosa e offensiva» la richiesta del tribunale e aggiunge: «le perizie psichiatriche adrebbero fatte a alcuni magistrati».

Rimane stranamente silenziosa, invece, l'altra alleata, la segretaria di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che non si sbilancia a dire una sola parola sul caso. Un po' come il Pd, nel quale l'indicazione è: ignorare la questione. Così capita che diversi esponenti del partito di Letta confidino, a taccuini chiusi, che «in effetti quella del tribunale è una richiesta incivile, la penso esattamente come Caiazza e Mirabelli. Ma è meglio non parlarne...». Gli unici ad esporsi sono alcuni esponenti di Italia viva: per primo Matteo Renzi, che ha subito parlato di richiesta «inaccettabile». Come lui la pensa Roberto Giachetti, che la definisce «persecutoria», e parla di un «colpo di coda di una sede giudiziaria alle prese con i veleni interni» e di una magistratura associata «in pieno sbandamento». Forza Italia è compatta con il suo leader, e riflette su come mobilitarsi a suo sostegno. Elvira Savino parla di «metodi stalinisti», Sestino Giacomoni di «accerchiamento da parte della magistratura». Per Stefania Craxi si assiste «a una deriva senza limiti» del potere giudiziario.

Mentre la ex Fi Micaela Biancofiore lancia un appello a Mattarella: «Nomini Berlusconi senatore a vita, sarebbe un gesto storico di pacificazione nazionale». LCes

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