Roma - Ai Comuni italiani, ormai, non restano che le multe. Sempre più a corto di entrate, e in molti casi con i bilanci in rosso, le amministrazioni delle città battono cassa con le care, vecchie contravvenzioni. E i numeri parlano chiaro: 1,7 miliardi di euro incassati nel 2015 per «violazioni del codice della strada». Il 45% in più rispetto all'anno precedente.
I dati sono contenuti nelle pagine del report della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria degli enti locali. Secondo i magistrati contabili «continua a essere significativa l'incidenza della tassazione immobiliare (Imu), nonché il peso della tassa sui rifiuti». Non funziona, invece, l'imposta di soggiorno: «Scarsa rilevanza», scrive la Corte. Così, nel 2015, è arrivata la stretta sulle multe. Un vero e proprio boom di sanzioni nei confronti di automobilisti e motociclisti. Il dato è «in controtendenza» rispetto alle annate precedenti. Tra il 2011 e il 2014 c'era stata addirittura una variazione negativa, con una diminuzione del 10% del gettito. Se si osservano i dati, raggruppati su base regionale, a fare la parte del leone è il Lazio, con 563 milioni di euro e un balzo del 53% rispetto ai pur importanti 364 milioni del 2014. Segue, ma staccata di molto, la Campania con 181 milioni di euro e un incremento del 36%. Poi Piemonte e Lombardia, dove i comuni hanno incassato rispettivamente 179 milioni e 156 milioni. Il maggiore salto percentuale è stato registrato nelle Marche: dove si è passati dal 18 milioni a 32 milioni. Considerevole la crescita in Sicilia, con un aumento del 51%. I fanalini di coda sono le piccole regioni, che risentono anche dell'assenza di grandi città. Il Molise è l'unica dove il gettito è calato rispetto al 2014, meno 23% con entrate inferiori al milione di euro. Mentre in Basilicata si incassano «solo» 2,4 milioni di euro.
Un risultato, quello del 2015, comunque al di sopra delle aspettative. Infatti, secondo alcune stime, si prevedevano 1,2 miliardi di entrate da sanzioni per violazione del codice della strada. E l'Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) più volte ha esortato i comuni a una maggiore inflessibilità: «Le amministrazioni non fanno cassa con le multe» rimproverava l'associazione proprio nel 2015. E invece è arrivata la stangata, cinque milioni di euro in più rispetto alle previsioni. Tra le grandi città, i numeri del Lazio certificano il recupero di Roma rispetto agli anni scorsi, quando, anche in controtendenza con i dati nazionali, la regina delle multe era sempre Milano, seguita da Bologna e Firenze. E il trend degli introiti da contravvenzioni è destinato ad aumentare ancora.
Secondo un'indagine sui bilanci di previsione 2016, anno nel quale non si è pagata l'Imu sulla prima casa, nei dodici mesi appena trascorsi gli incassi potrebbero superare quelli relativi al 2015. A Roma si prevedono 75 milioni di euro in più, a Firenze 3,5 milioni in più, con Milano però unica eccezione ancora in discesa: 60 milioni in meno. Ma stime con il segno più, anche guardando i dati diffusi dagli stessi Comuni mese per mese, sono attese a Bologna, Firenze e Palermo.
L'aumento del numero degli autovelox e i maggiori controlli con le telecamere agli accessi delle zone Ztl sono gli strumenti più utilizzati per fare cassa con le multe. Oltre alle sanzioni per sosta in doppia fila, mancato uso del casco, delle cinture e utilizzo del cellulare al volante.
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