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Solo il 7% dei disoccupati cronici ha futuro

I dati Eurostat confermano la crisi, le imprese puntano sull'automazione

Solo il 7% dei disoccupati cronici ha futuro

Secondo una elaborazione dei dati Eurostat del Centro Studi Fiscal Focus, in Italia il 51% dei disoccupati è stato escluso dal mercato del lavoro per almeno 12 mesi ed ha il 7% di possibilità di essere reintegrato nel mercato del lavoro. Mentre cresce il numero dei percettori del Reddito di Cittadinanza nelle regioni del Nord, le imprese del Sud rischiano di mancare l'appello con la transizione tecnologica per via di una errata interpretazione delle norme europee sulla cumulabilità dei crediti d'imposta, con le conseguenti ripercussioni in termini di occupazione ed accusabilità della forza lavoro. Nel frattempo, l'Italia ha perso il treno della robotica e delle nanotecnologie, rischiando di non essere in grado di generare sufficiente quantità di competenze che non verranno rimpiazzate dall'automazione nel breve termine. Come se non bastasse, il tema dell'istruzione e della formazione professionale cosi come quello della cultura d'impresa non sembrano essere una priorità della politica.

Stando alla Corte dei Conti Europea, per disoccupazione di lunga durata ci si riferisce a persone che sono state disoccupate per almeno 12 mesi. Non avere un lavoro formale per un periodo cosi lungo può avere conseguenze importanti per gli individui che ne sono toccati, come per esempio un maggiore rischio di povertà, esclusione sociale, ed anche problemi che riguardano la salute. Non solo: da un punto di vista economico, la disoccupazione di lunga durata ha un impatto negativo anche sulla crescita e le finanze pubbliche.

Da una elaborazione dei dati Eurostat del Centro Studi Fiscal Focus emerge che nel 2020 l'Italia abbia avuto un 9,2% di tasso di disoccupazione, il 51% dei quali disoccupati di lunga durata. In sintesi, in Italia un disoccupato su due è un disoccupato di lunga durata e quindi escluso dal mercato del lavoro per almeno 12 mesi, perciò difficilmente reintegrabile all'interno dello stesso ed a maggiore rischio di povertà ed esclusione sociale. Si tratta di uno dei dati peggiori del continente. Stando alla Corte dei Conti europea, nell'arco di un anno in Italia un disoccupato di lunga durata ha il 7% di possibilità di essere reintegrato nel mondo del lavoro, quindi meno di una su 10. A differenza del 22% di possibilità di un disoccupato a breve termine. Anche in questo caso parliamo di uno dei dati peggiori europei. In poche parole, una volta che finisci nel circolo della disoccupazione a lungo termine difficilmente riesci ad uscirne.

Chi sta sul divano guadagna senza lavorare, mentre le imprese guardano altrove.

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