È (s)profondo rosso, o meglio "giallo", per il Movimento 5 Stelle. Il partito di Beppe Grillo, capace di prendere il 33% e rotti alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, oggi come oggi vale meno della metà. Secondo tutti i principali istituti demoscopici italiani, infatti, i pentastellati si aggirano attorno al 15%. Ma l’ultimo sondaggio di Index Reserach per Piazzapulita – il programma di approfondimento politico condotto da Corrado Formigli nel giovedì sera di La7 – è un’ulteriore mazzata per la compagine grillina.
Già, perché secondo l’analisi di Index Research, il M5s è la scelta di appena il 14,2% dell’elettorato italiano. La scorsa settimana era il 15% tondo-tondo: in sette giorni il partito retto da Vito Crimi è stato in grado di cedere lo 0,8%.
Allarghiamo lo sguardo al panorama politico italiano nella sua interessa e al primo posto nelle preferenze della popolazione elettorale troviamo la Lega: il Carroccio di Matteo Salvini prende lo 0,2% e sale al 31,1% dei voti.
Rimanendo nel centrodestra, ottima performance anche per Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, visto che FdI cresce di tre decimi di punto, portandosi all’11,6% dei consensi. Dunque Silvio Berlusconi con la sua Forza Italia: gli azzurri sono dati stabili al 5,9% delle indicazioni.
Ecco, sommando i numeri di Lega, Fratelli d’Italia e FI, il volume del centrodestra va a sfiorare il 50%, "fermandosi" (si fa per dire) al 48,6% delle "x" nelle urne.
Secondo il sondaggio, guadagna qualcosa anche il Partito Democratico di Nicola Zingaretti: i dem salgono dello 0,2% e si portano al 20,2% dei fanta-voti, che può far sorridere – seppur con moderazione – il principale partito del centrosinistra italiano.
Ancora male, invece, Italia Viva di Matteo Renzi: il partito "centrista" creato dall’ex presidente del Consiglio non riesce proprio a sfondare e a convincere l’elettorato italiano: Iv, infatti, si ferma a un risicato 4,1% che non basterebbe alla realtà renziana di accedere in Parlamento qualora entrasse in vigore una legge elettorato – come pare – con soglia di sbarramento fissata al 5%.
Tutti i partiti di sinistra messi assieme valgono il 3,1%, mentre cresce (dello 0,2%) Azione di Carlo Calenda, che secondo il sondaggio dell’istituto demoscopico arriva al 2,3%. Al 2% tondo-tondo delle preferenze Europa Verde, mentre Più Europa di Emma Bonino cede qualcosina e scende all’1,9%. Cambiamo! di Giovanni Toti, dunque, prenderebbe l’1%.
Last but not least, il dato – assai significativo
– sugli indecisi e il cosiddetto "partito del non-voto": chi dice di non sapere chi scegliere e chi sostiene che in caso di voto non andrebbe alle urne, rappresenta il 36,5% del campione.
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