Londra Sono dieci i candidati in lizza per la leadership del partito conservatore britannico. Dopo le dimissioni ufficiali della Premier Theresa May, ieri è scaduto il termine per la presentazione delle candidature. Il primo a confermare la propria era stato il ministro dell'Ambiente Michael Gove, che aveva già tentato la fortuna tre anni fa. Brexiteer convinto, si è fatto notare con il governo Cameron per la sua radicale riforma dell'istruzione. Sebbene danneggiato dall'ammissione di aver fatto uso di coca vent'anni fa, ha resistito alle pressioni di chi lo voleva fuori dai giochi fin dall'inizio.
All'appello non poteva mancare Boris Johnson, ex sindaco di Londra e ex ministro degli Esteri della stessa May. Risulta tra i favoriti e gode della simpatia del presidente Trump. Molto critico verso la posizione del governo May nei confronti della Brexit, vuole uscire dall'Europa entro il 31 ottobre, con o senza accordo, possibilmente senza sganciare un penny. Jeremy Hunt, ministro degli Esteri, ha invece una visione opposta. È convinto che con l'Europa si debba rinegoziare e che il «no deal» sarebbe un suicidio politico per il suo partito. Ha il sostegno di molti membri importanti. Il ministro degli Interni Sajid David in passato è stato indicato come il nuovo successore della May. Di origini pachistane, ha lanciato la sua campagna per «ricostruire fiducia e ritrovare unità». Dominic Raab è stato invece ministro per la Brexit per pochi mesi ma ha dato le dimissioni perché in disaccordo sull'accordo firmato da May con Bruxelles. È a favore di una hard Brexit. Ritenta di nuovo anche Andrea Leadsom che nel 2016 si ritirò dalla corsa vinta poi dalla May. Ha il sostegno della destra del partito e non ritiene che l'approccio attuale del governo possa in alcun modo realizzare la Brexit. Ed è una Leaver convinta anche Esther McVey, ex presentatrice tv. Si rivolge soprattutto ai giovani la candidatura di Matt Hancock, passato da segretario alla Cultura a ministro della Sanità. Ex economista, gli piace presentarsi come il politico più tecnologico a Westminster ed è stato il primo deputato ad avere la propria app sul cellulare.
In corsa anche Mark Harper, convinto che per uscire dall'Unione con un buon accordo sia necessario estendere il limite di tempo fissato al 31 ottobre e Rory Stuart, ministro per lo Sviluppo Internazionale nel governo May.
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