"Sono un uomo del fare Convincerò gli scettici"

L'ex capo della Protezione civile al lavoro a Roma nonostante il dietrofront della Lega. "Il confronto è sul programma. Il nostro piacerà anche a chi è perplesso sul mio nome"

"Sono un uomo del fare Convincerò gli scettici"

Roma - Nonostante i problemi sul fronte interno e gli attacchi degli altri contendenti, il candidato sindaco di Forza Italia e Fdi è in piena campagna elettorale. Al telefono, tra un incontro all'Eur e una riunione con lo staff, Guido Bertolaso commenta i sondaggi che delineano una partita incerta, con tanti elettori indecisi su chi premiare alle urne. «I sondaggi - esordisce - non mi appassionano molto. Certo, ho trovato molto malizioso il titolo pro Marchini del Corriere della Sera. Secondo il sondaggio citato dal Corriere, Marchini è molti punti dietro di me. E allora dire che potrebbe essere eletto sindaco se Forza Italia e Fdi votano per lui è abbastanza bizzarro. Perché si potrebbe dire a maggior ragione che se Marchini vota per Bertolaso, Bertolaso che è più avanti ce la fa sicuramente, no?».Oggi tocca a Tecné, che la vede al secondo posto tra Pd e M5S.«Dimostra che sono sicuramente un candidato che può dare garanzie ai romani sul fatto che, se prendo un impegno, io poi lo realizzo. E proprio perché sono un uomo del fare preferisco concentrarmi sul lavoro. Anche oggi ho girato nella zona Sud Est della città: parlo con la gente, ascolto i problemi e immagino già le possibili soluzioni. I romani mi hanno già visto in azione, e penso che vogliano come sindaco una persona autorevole, qualcuno che abbia la capacità di decidere e di intervenire sui problemi concreti di questo degrado nel quale ci troviamo oggi»Stando ai sondaggi, più di metà degli elettori non sa per chi votare.«Io già fatto appello a tutti i romani, e in particolare agli indecisi e a chi da tempo non va a votare. Dobbiamo riappropriarci della nostra città, che oggi è abbandonata. Se va a votare il 50 per cento degli aventi diritto, è una sconfitta per tutti. Lo dico in modo deciso e determinato, bisogna andare in massa alle urne. Spero che poi chi andrà a votare esamini i programmi dei singoli candidati e scelga quello che riterrà essere la persona più adatta, credibile e attendibile».Intanto la Lega a Roma vota per scegliere il suo candidato.«Mi pare che l'idea dei gazebo leghisti sia solo su Roma, non mi risultano iniziative simili in altre città dove hanno trovato l'accordo su un candidato sindaco. Quindi è chiaro che qui hanno intenzione di prender tempo, o di essere più distaccati. A me però più dei gazebo interessa capire quali sono i problemi dei romani e in che modo risolverli. Ho visto tanta voglia di fare, di essere coinvolti, di partecipare da parte degli elettori. Parallelamente mi è cresciuta una rabbia terribile per aver visto situazioni inconcepibili, inaudite per la Capitale, che oggi è ridotta in condizioni drammatiche».Se il centrodestra si fosse coagulato tutto intorno al suo nome, la corsa al Campidoglio sarebbe più facile.«Non c'è dubbio. Ma sono molto ottimista. Non ci si confronta su battute, fuorionda e dichiarazioni, ma sui programmi.

E il nostro, che presenteremo tra qualche giorno, sarà un programma molto preciso e molto interessante anche per quella parte del centrodestra che oggi mostra perplessità sul mio nome. Li convincerò con i fatti. Con idee chiare e azioni concrete da realizzare da giugno in poi».

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