I risparmiatori truffati dalle quattro banche salvate dal governo hanno un sospetto: «Vuoi vedere che ci fregano un'altra volta?» Il dubbio/certezza nasce al termine dell'incontro che hanno avuto con i vertici delle nuove Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFe. «Ci hanno solo voluto tenere buoni perché, in vista della vendita di queste banche (era nelle cose, ndr), non vogliono che facciamo troppo casino», spiega Carmen Letizia Giorgianni, portavoce dell'associazione vittime «Salva Banche»: la stessa che ha provato a vedere Renzi alla Leopolda, senza successo. Il sospetto trae spunto dalla circostanza che gli amministratori delle quattro banche «sane» hanno respinto la possibilità che le eventuali plusvalenze maturate dalla vendita degli istituti risanati possano essere «girate» agli obbligazionisti subordinati.«Ci hanno detto - spiega chi era presente all'incontro - che queste eventuali plusvalenze devono andare al Fondo di risoluzione, gestito dalla Banca d'Italia. E non può essere utilizzato perché sarebbe vietato dall'Unione europea. Ma non c'è scritto da nessuna parte. In più, nella pancia delle nuove banche ci sono crediti d'imposta per 2,5 miliardi: una cifra che fa gola al sistema bancario».Insomma, l'incontro che avrebbe dovuto (nelle intenzioni) allentare la tensione intorno alla vicenda, finisce per aumentarla. «Anche perché, tutto l'incontro è stato registrato ufficialmente; con il loro avvocato collegato al telefono. Bel sistema per allentare la tensione in un incontro informale». Incontro che, da un punto di vista pratico, non ha risolto un granché. Gli amministratori delle banche risanate hanno informato i risparmiatori che forniranno tutti i dati sensibili all'autorità giudiziaria. «E ci mancherebbe altro», commenta la Giorgianni. E che un'eventuale denuncia di bancarotta verso i vecchi amministratori la possono fare esclusivamente i nuovi vertici delle «bad bank». «Che però hanno ancora evitato di incontrarci».La preoccupazione del premier è che la grana rimborsi resti per troppo tempo sul tavolo della politica. Per recuperare i risparmi finiti bruciati con il decreto del governo (che ha comunque salvato migliaia di posti di lavoro ed i conti correnti dei depositanti), non resta che la strada del decreto interministeriale e l'attivazione di questo Fondo spontaneo (del sistema bancario) nato dalla pancia del Fondo interbancario di garanzia.Sul tema sale la febbre al ministero dell'Economia. In assenza del direttore generale del Tesoro, Vincenzo La Via, è il capo di gabinetto di Padoan a convocare riunioni sul tema. L'altra sera Roberto Garofoli si è chiamato Raffaele Cantone (Autorità anticorruzione) e Salvatore Rossi (Banca d'Italia). E nei prossimi giorni ci saranno incontri anche con Consob e ministero di Giustizia. La Legge di Stabilità prevede che il governo emani un provvedimento entro la fine di marzo per definire le modalità di utilizzo di questo Fondo spontaneo e le griglie (economiche e di reddito) per accedere al rimborso.
Il ministero dell'Economia assicura che il testo sarà pronto a fine marzo, sebbene il tema sia stato oggetto di approfondimenti da parte del ministro Padoan solo da pochi giorni. Ed in assenza del proprio direttore generale (torna lunedì) gli «approfondimenti» sono stati solo di metodo e non di merito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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