Roma - Pace fatta, Macron in retromarcia, il debuttante Conte che a sorpresa se la cava nel suo primo braccio di ferro internazionale. Ma dietro il successo diplomatico italiano c'è il gioco di squadra tra Quirinale e Palazzo Chigi. Prima, a crisi aperta, la «completa» copertura istituzionale al capo del governo. «Che devo fare, presidente?», ha chiesto Conte l'altra sera. E Mattarella gli ha detto di tenere duro. «La Francia ha sbagliato - questo è il senso delle parole del capo dello Stato - quelle frasi sono inaccettabili. A questo punto bisogna pretendere le scuse però senza esagerare, evitiamo di scavare un fossato tra Roma e Parigi». Poi, a incidente chiuso, la «profonda soddisfazione» del Colle. Il vertice è salvo, onore nazionale pure. Le scuse formali di Emmanuel Macron non sono arrivate, ma la telefonata per rattoppare lo strappo sì: «Non volevo offendere il popolo italiano». E quello che conta, spiegano dal Quirinale, è la sostanza, cioè il passo indietro dei francesi.
D'altro canto, si dice ancora, perché meravigliarsi della sponda offerta da Sergio Mattarella all'esecutivo dei populisti? Non si può certo pretendere che il presidente della Repubblica si trasformi nel capo dell'opposizione politica al governo giallo-verde, nato a fatica dopo tre mesi di travagli e colpi di scena e che lui ha battezzato appena due settimane fa. E nemmeno si può pensare che il capo dello Stato entri subito, al primo atto pubblico internazionale, in conflitto con Palazzo Chigi e il Viminale, anche se magari personalmente non condivide la linea dura di Matteo Salvini contro gli sbarchi e la gestione muscolare della vicenda Aquarius. Non è il suo ruolo.
Eppure nei giorni scorsi un tentativo di schierarlo contro il ministro dell'Interno c'è stato. È successo quando, da fonte grillina, si è cercato di descrivere e di contrabbandare ai giornali un Mattarella «irritato» dalle iniziative di Salvini sull'immigrazione e «preoccupato» per i rapporti con i partner europei.
In realtà il capo dello Stato ha scelto un altro atteggiamento. Più distaccato all'inizio, per non rischiare invasioni di campo, e più partecipe dopo, quando Parigi ha cominciato a descrivere gli italiani «cinici, irresponsabili e vomitevoli». A quel punto Mattarella ha aperto l'ombrello del Colle sul professor Conte, appoggiando le sue decisioni e «condividendo» la mossa di far convocare dalla Farnesina l'ambasciatore francese a Roma per chiarimenti.
E il polso duro ha premiato, forse perché nemmeno l'Eliseo voleva rompere.
Dopo la cancellazione del viaggio a Parigi, del ministro dell'Economia Giovanni Tria, l'incontro a Bucarest tra la presidente del Senato Elisabetta Casellati e il suo omologo francese Gérard Larcher è stato il segnale della svolta diplomatica. E oggi le Professeur Conté è atteso da Monsieur le President.
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