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Soumahoro rischia l'espulsione dal partito

I lavoratori mollano la cooperativa pugliese: "Così i suoi ci terrorizzano"

Soumahoro rischia l'espulsione dal partito Esclusiva

«Non ci sto più, è tutta una bugia quella della Lega Braccianti», e ancora: «Prendono soldi e se li dividono tra loro». Queste le parole dei braccianti di Torretta Antonacci, il ghetto pugliese scenario della maggior parte degli interventi dell'onorevole Aboubakar Soumahoro. E se sui social grida alla libertà e alla lotta al caporalato, i lavoratori che lo conoscono da anni raccontano una realtà molto diversa del deputato con gli stivali che rischia l'espulsione e oggi vedrà Bonelli e Fratoianni. «Soumahoro non fa niente. Viene qua, prende un pullman quando ha bisogno di persone per fare dimostrazioni a Roma o a Bari», ci racconta una persona che è stata molto vicina all'ex sindacalista fino a quando «non ha iniziato a voler creare il suo regno». E un altro: «Ci avvertono quando arriva, ci dicono cosa dobbiamo dire o fare e ci pagano per farci vedere nei video», continua un altro.

Le parole di questi braccianti disegnano una figura, quella dell'onorevole, molto diversa da come si è sempre mostrato, proprio nel luogo dove ha imparato, prima a fare il bracciante, poi il sindacalista, per poi cucire la sua carriera politica proprio nel fango di questa terra. Intervistando queste persone abbiamo avuto, infatti, la dimostrazione che al solo nominare «Lega Braccianti» o «Soumahoro», la maggior parte di loro è scappata, ha inveito contro di noi e ha detto di non poter rispondere e di avere paura. Ma c'è di più: a Torretta Antonacci nemmeno una persona ha preso le difese di Aboubakar Soumahoro.

«Hanno paura perché nel ghetto hanno terrorizzato tutti, hanno organizzato un vero esercito», ci racconta - riferendosi alla Lega Braccianti - una persona che vive a Torretta Antonacci da più di 20 anni ma che, anche lui, preferisce non dirci il nome. Ciò che emerge però, oltre all'omertà e alla mancanza di interventi concreti da parte della Lega Braccianti, è uno scenario ben più importante e degno di nota, anche se dalle Forze dell'Ordine non ci è dato sapere se ci siano inchieste e indagini specifiche sulla questione.

«Il problema di Aboubakar Soumahoro è che ha formato una brigata per controllare Torretta. Lui non viene mai ma il suo governo è qui a lavorare per lui», continua il veterano dei braccianti. «Governo Soumahoro»: così viene chiamato il clan che ha messo su l'onorevole, fatto di uomini donne, scelti e nominati responsabili di gestire tutto il ghetto.

«Da quando ha nominato Alpha come responsabile, - continua - loro hanno iniziato a chiedere soldi per stare su quel terreno. Ma quel terreno mica è loro». A confermare la richiesta di soldi molti braccianti, reticenti a farsi riprendere, ma che spiegano chiaramente come la Lega Braccianti si farebbe pagare per portarli a lavorare. «Se non do qualche soldo la mattina non lavoro, non mi portano dal padrone bianco», ci spiega un giovane che vive lì.

Un'egemonia, quella che raccontano a Torretta Antonacci, che avrebbe come mente Soumahoro e come braccia i delegati che «girano per il ghetto con i coltelli, terrorizzando tutti». L'uomo dell'onorevole, ci dicono, sarebbe Alpha «che fa il caporale a San Severo» e che «ha nel suo capannone una vera e propria cassa dove ha detto che è la cassa della polizia del ghetto».

Alpha - come abbiamo potuto verificare - è proprio colui che, insieme a Sambarè, solo qualche mese fa ha querelato il deputato per i fondi mai arrivati ma adesso sarebbe il responsabile di questo presunto torbido giro di affari sulla pelle dei migranti.

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