Puigdemont è come un incubo in Spagna. Ricercatissimo. è lontano, in esilio a Bruxelles ma potrebbe tornare, di nascosto, e il Paese sente la tensione. Da un lato la situazione politica catalana resta intricata e paralizzata da un Parlament che non riesce ad esprimere un presidente regionale dopo la fuga del leader separatista in Belgio, dall'altro piovono segnalazioni, telefonate anonime di gente che crede di averlo appena incontrato, soffiate alla polizia. Ed è all'interno di questo clima che la polizia spagnola nelle ultime settimane ha perquisito almeno due volte l'aereo privato sul quale viaggiava la famiglia dell'allenatore catalano del Manchester City, Pep Guardiola, in arrivo dal Regno Unito, ritenendo potesse esservi nascosto l'ex-presidente catalano Carles Puigdemont, in esilio da tre mesi in Belgio e inseguito da un mandato di cattura spagnolo dopo la dichiarazione di indipendenza di Barcellona.
Guardiola, ex calciatore e tecnico dei blaugrana, con i quali ha vinto tre volte la Champions League, è un sostenitore dichiarato dell'indipendenza della Catalogna e Puigdemont potrebbe aver chiesto il suo aiuto per rientrare di nascosto nella sua Catalogna. La Federcalcio inglese ha nel frattempo avviato un'indagine perché il tecnico, prima di alcune partite, avrebbe mostrato un nastro giallo, simbolo di vicinanza a esponenti politici della Catalogna imprigionati in Spagna, «un simbolo politico che contravviene al regolamento». L'allenatore, catalano di Santpedor, non ha mai nascosto il suo sostegno alla causa. Dopo aver lasciato la panchina del Barcellona nel 2012, due anni fa il trasferimento in Inghilterra per allenare il Manchester City.
Secondo Rac1, la radio iberica che ha riferito la notizia, la Guardia Civil ha anche perquisito l'auto della figlia di Guardiola all'aeroporto di Barcellona «El Prat», sempre per verificare che non vi si nascondesse il presidente catalano, deposto da Madrid dopo la proclamazione della «Repubblica». I primi controlli, come rivelato dall'emittente Catalunya Radio, sono stati effettuati sei giorni fa. La seconda perquisizione, invece, si è svolta giovedì e Guardiola in entrambi i casi non era presente.
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