Cronache

Le "spiagge sicure" di Salvini non arrivano a Porto Cervo

Il ministro finanzia un giro di vite contro i vu' cumprà ma in Sardegna gli ambulanti fanno affari d'oro

Le "spiagge sicure" di Salvini non arrivano a Porto Cervo

Roma «Finalmente spiagge sicure e ripulite, senza venditori abusivi». L'estate di Matteo passa per un tweet. Uno dei tanti del ministro dell'Interno, che quest'anno aveva puntato sulla bella stagione per non tradire le promesse elettorali e confermare la linea dura. Anche in riva al mare, giurava il leader leghista, la musica è cambiata. E allora ecco due milioni e mezzo di euro destinati all'operazione «spiagge sicure», diretti a finanziare i progetti presentati da 54 località di mare, comuni con una spiccata vocazione turistica sparsi tra Nord, Centro, Sud e isole.

Poi però tra il dire e il fare c'è di mezzo l'Italia. Con le sue coste infinite, cale e calette, e le sorprese che non ti aspetti nel posto che non ti immagini. Per esempio, a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Ecco, nel tempio del lusso estivo, su una delle spiagge meta dei ricchi più ricchi, come testimoniano le foto qui sopra, scattate negli ultimi giorni, del nuovo corso Salviniano non c'è traccia. Anzi. Sulla battigia affollata dai bagnanti non mancano le «solite» presenze, quelle dei venditori ambulanti, che Salvini immaginava bandite dal suo nuovo corso, annunciato a inizio luglio e ribadito meno di due settimane fa.

«Con l'operazione spiagge sicure di quest'anno - aveva twittato ancora lo scorso 29 luglio - per la prima volta ai Comuni aderenti abbiamo dato anche risorse economiche per effettuare i controlli». Ma evidentemente non nella celebre spiaggia sulla Costa Smeralda. Distante fisicamente quanto spiritualmente dai popolari lidi romagnoli dove Salvini sta godendosi il mare in questo scampolo d'estate.

Eppure parliamo di una spiaggetta non per tutti, visto che a Porto Cervo una coppia di lettini più ombrellone costa 100 euro al giorno. Ma il caro-spiaggia non ferma certamente gli ambulanti. Questi ultimi, semmai, si adeguano alla location. E tra tartine e champagne a bordo lettino, con gli yacht infiniti dei tycoon che scorrazzano in rada e si bagnano nelle cristalline acque della Sardegna, si vedono sia carrelli di grandissimi dimensioni avanzare sul bagnasciuga come nemmeno negli anni '50 che ambulanti provare, come al solito con discreta insistenza, a piazzare la propria merce. Un po' come sempre accade nelle estati italiche. Ma qui con un listino prezzi adatto al luogo in cui esercitano.

In molti vendono, per esempio, imitazioni di ricercatissime borse griffate a prezzi tutt'altro che popolari, anche diverse centinaia di euro (per borse che, originali, ne costano migliaia), limitando di molto la tradizionale disponibilità a trattare e rifiutandosi di scendere più di tanto, presumendo anche una ampia disponibilità economica dei clienti.

Se la spiaggia in Costa Smeralda non è poi così sicura, insomma, per gli ambulanti sono sicuri gli affari. Almeno fino alla prossima stretta anti-vu cumprà.

Magari in occasione della prossima estate del governo giallo-verde.

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