Coronavirus

Lo sposo può tornare a baciare la sposa

Via libera anche per il rito civile. Ma l'officiante deve restare a un metro

Lo sposo può tornare a baciare la sposa

"Può baciare la sposa". Già, perché ora marito e moglie potranno baciarsi sull'altare dopo il fatidico sì, senza mascherine: cade infatti l'obbligo per gli sposi di indossare il dispositivo di protezione durante la celebrazione delle nozze, che dunque potranno concludersi come da tradizione. I futuri marito e moglie vengono infatti considerati congiunti fin dall'ingresso in chiesa. Sono le nuove linee guida del ministero dell'Interno in risposta ai quesiti posti dalla Conferenza episcopale italiana che aveva chiesto deroghe a quanto previsto finora con l'emergenza Coronavirus.

Resta invece per il sacerdote l'indicazione di proteggere le vie respiratorie e di mantenere la distanza di almeno un metro dagli sposi.

«Non potendo certamente essere considerati estranei tra loro, i coniugi possono evitare di indossare le mascherine», spiega il Comitato tecnico scientifico. «Deroga» che può essere estesa anche alle celebrazioni «del matrimonio secondo il rito civile o secondo le liturgie delle altre confessioni religiose».

Una novità che riguarda un numero ristretto di coppie, le più temerarie, che hanno deciso di confermare il matrimonio nonostante l'emergenza Covid. In molti, infatti, hanno annullato rito, pranzo di nozze, festa e luna di miele e rimandato a quando la situazione consentirà di fare tutto in sicurezza.

Novità anche per il momento della comunione durante le celebrazioni: cade infatti l'obbligo di utilizzare i guanti per chi distribuisce l'ostia. Il comitato di esperti indica che il celebrante «proceda a una scrupolosa detersione delle proprie mani con soluzioni idroalcoliche e che le ostie siano depositate nelle mani dei fedeli evitando qualsiasi contatto tra le mani dell'officiante e quelle dei fedeli medesimi. In caso di contatto dovrà essere ripetuta la procedura di detersione delle mani dell'officiante prima di riprendere la distribuzione della comunione». Rimane la raccomandazione di «evitare la distribuzione delle ostie consacrate portate dall'officiante direttamente alla bocca dei fedeli».

Durante le messe il momento della comunione, infatti, è «una delle fasi più critiche» a rischio di contagio ma «l'uso non corretto dei guanti può infondere una falsa sensazione di sicurezza» che può agevolare la diffusione del virus anziché evitarla. Una decisione presa dopo che l'Organizzazione Mondiale della Sanità aveva fatto sapere come gli stessi dispositivi di protezione individuale siano troppo poco igienici e quindi a rischio contagio.

«Senza guanti occorrerà fare maggiore attenzione al fatto che non entrino in contatto le mani del celebrante con quelle dei fedeli», prevede la nota del Viminale su indicazione del Comitato tecnico scientifico.

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