Elezioni politiche 2022

Spunta la cifra X. Ma la sinistra può puntare solo al pareggio

Il piano di Letta e Calenda: crescere del 3-4% e arrivare al 37% per non far vincere il centrodestra a Palazzo Madama. Ma l'incognita Si-Verdi può cambiare tutto

Spunta la cifra X. Ma la sinistra può puntare solo al pareggio

Era nell'aria già da diversi giorni, ben prima dello show di Carlo Calenda e dell'inciucio siglato con il Partito democratico. Enrico Letta e l'ex ministro dello Sviluppo economico si sono affrettati a rivendicare la scelta, convinti di poter contare ancora sulla vittoria nell'ambito di una sfida che reputano apertissima. Eppure l'atteggiamento per pavoneggiarsi non combacia con la tattica del pareggio che ora stanno studiando.

La sensazione è che la sinistra le proverà davvero tutte non tanto per vincere le elezioni, ma per arrivare al pareggio. Uno stallo nei risultati per tentare di arginare il trionfo del centrodestra alle urne. Sembra essere questa la strategia del fronte rosso, che però deve interfacciarsi con una pesante incognita che può cambiare i progetti tanto desiderati.

Il piano di Letta e Calenda

Pd e Azione hanno subito imboccato la strada dell'entusiasmo, utilizzando toni di ottimismo in vista del 25 settembre: sostengono che nulla è chiuso, che la partita è ancora tutta da giocare. Come riferito da Il Messaggero, dal Partito democratico tengono a sottolineare che "può essere sufficiente crescere del 3-4%" rispetto agli attuali sondaggi per evitare il successo della coalizione composta da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia.

Una fonte del Pd ha svelato infatti che si proverà "se non a vincere, quantomeno a vanificare la vittoria degli altri". Un aumento dei consensi che si potrebbe tradurre nel raggiungimento del 37%. Il ragionamento diffuso è che in tal modo si potrebbe impedire al centrodestra di ottenere la maggioranza assoluta sia alla Camera sia al Senato. E i numeri appena citati potrebbero bastare per Palazzo Madama, che sembra essere a portata di mano.

L'incognita Si-Verdi

C'è però l'incognita Sinistra italiana e Verdi: prossimamente Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli potrebbero incontrare Enrico Letta per aggiornarsi sulla situazione e comprendere se c'è ancora uno spiraglio per l'accozzaglia o se le strade sono destinate a separarsi. Il che rappresenta un nodo cruciale: qualora Sinistra italiana e Verdi si sfilassero, magari alleandosi con il Movimento 5 Stelle, ci sarebbe un gran problema per Pd e Azione.

Parla chiaro l'ultimo sondaggio Quorum/YouTrend per Sky Tg24: guardando alle possibili coalizioni, il centrosinistra formato da Partito democratico, Azione/+Europa, Luigi Di Maio e Sinistra italiana/Verdi avrebbe un peso del 33,2%. C'è un particolare: Si-Verdi valgono il 5,7%. In loro assenza, un eventuale asse di solo Letta-Calenda-Di Maio si fermerebbe al 27,5%. Mandando così all'aria tutti i propositi contro il centrodestra.

I collegi decisivi

Di grande rilievo è il fronte dei collegi: le sorti della partita molto probabilmente dipenderanno da 46 collegi uninominali (17 al Senato e 29 alla Camera) ritenuti decisivi. Si tratta di sfide apertissime, in cui i nomi dei candidati e le intese incideranno assai sul risultato finale. Ad esempio - per citarne alcuni - il Pd ha gli occhi puntati sull'intera Sardegna, sul V Municipio di Roma, su Liguria-La Spezia, così come su Calabria, Potenza, Ravenna e Rimini.

Ma sullo sfondo restano le mosse (a sorpresa?) di Sinistra italiana e Verdi.

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