
Roma - Pessimi segnali per il governo Renzi. A giugno l'indice di fiducia dei consumatori, rilevato dall'Istat, ha registrato il terzo calo consecutivo, passando a 110,2 da 112,5 di maggio e segnando il minimo da agosto 2015. Il peggioramento, aggiunge l'istituto di statistica, è il terzo consecutivo e riguarda anche le imprese, poiché l'indicatore è sceso 101,2 da 103. Ma non basta: a peggiorare la situazione si aggiunge, da luglio, un rincaro delle bollette luce e gas.
Le indagini dell'Istat sono state effettuate nelle prime tre settimane di giugno e, quindi, non tengono conto dei risultati del referendum britannico sull'uscita dall'Unione europea. «Questo fattore potrebbe pesare sulla fiducia sia dei consumatori che delle imprese nel mese di luglio», osserva Paolo Mameli, senior economist di Intesa Sanpaolo, aggiungendo che «i risultati confermano che, anche tenendo conto degli effetti della Brexit (che secondo le nostre stime potrebbero pesare per lo 0,3% sul Pil italiano nel 2017), i rischi sullo scenario di crescita in Italia sono verso il basso». Basta, infatti, osservare i dati dell'indice di fiducia dei consumatori per comprendere come la propensione alla spesa sia tutt'altro che in aumento. Nel mese in corso, infatti, sono risultate in calo tutte le componenti, in particolare quelle relative alla situazione personale degli intervistati (103 da 105,4) e alle aspettative per il futuro (112,9 da 117,6). In aumento, invece, le attese sulla disoccupazione (a 32 da 26), un chiaro segnale che l'effetto incentivi sul mercato del lavoro è definitivamente terminato.
Un calo prolungato dell'indice di fiducia dei consumatori «potrebbe prefigurare una frenata dei consumi nel corso della seconda metà dell'anno», ha commentato l'ufficio economico di Confesercenti ricordando che l'indicatore del commercio al dettaglio a giugno ha segnato la quarta frenata consecutiva. Per il governo il puzzle della prossima legge di Stabilità rischia di complicarsi ancor di più poiché, in assenza di un via libera dell'Ue a un nuovo ricorso al deficit, agevolare misure di spesa (come un anticipo del taglio Irpef) per sostenere la domanda interna potrebbe rivelarsi difficile. L'abbassamento della pressione fiscale, aggiunge l'associazione, è tuttavia necessario perché «solo così potremo evitare un consolidamento del clima di incertezza che potrebbe avere conseguenze negative, già a partire dalla prossima stagione autunnale».
Non favorirà certo il miglioramento del sentiment l'aumento delle bollette a partire da luglio. Per l'elettricità il rincaro sarà del 4,3% e per il gas dell'1,9%, ha reso noto ieri l'Authority dell'Energia.
In particolare, l'aumento per l'energia elettrica riflette l'incremento dei costi di acquisto della materia prima (+1,5%), ma soprattutto (+3,3%) quello dei costi di dispacciamento, cioè i rimborsi riconosciuti ai produttori che immettono sul mercato l'energia nei momenti di maggiore domanda (vedi Il Giornale del 22 giugno). Nel solo mese di aprile questi extracosti sono lievitati di ulteriori 300 milioni di euro che ora si scaricano sulla collettività.