La stoccata di Santoro: "Conte? Ha pensato solo alla sua leadership"

Il conduttore senza mezzi termini in vista delle elezioni del 25 settembre: “Vado al voto smarrito e umiliato”. Poi su Letta: “Non ha dato vita a un progetto politico coerente”

La stoccata di Santoro: "Conte? Ha pensato solo alla sua leadership"

Il risentimento nei confronti del M5s, i dubbi sulla sinistra (a partire dalla definizione di sinistra) ma non solo. Michele Santoro si avvicina alle elezioni del 25 settembre con “un profondo smarrimento, mai provato in vita mia” e ha ammesso di non riuscire a trovare nessuna forma di rappresentanza, a partire dall’atteggiamento nei confronti della crisi in Ucraina: “Non c'è nessuno che si opponga in modo credibile alla guerra”, le sue parole ai microfoni de La Stampa.

Santoro s’è detto pronto ad aggregare chi si sente come lui in una nuova formazione, un’unione tra gli “abbandonati alla periferia della politica, così da non poter interferire con il potere. Umiliati nell'esercizio del nostro diritto fondamentale, espropriati della possibilità di scegliere i nostri rappresentanti, indicati dai partiti senza tenere in alcun conto i territori. Mi sento come se avessi subito un furto in casa”.

Tornando sul suo legame con il Movimento 5 Stelle, Santoro non ha nascosto un po’ di rabbia per le mosse di Giuseppe Conte. Nonostante i botta e risposta e gli attestati di stima, non c’è stato alcun contatto proficuo:“Avrei voluto un confronto, lui ha preferito tentare una sorta di ritorno alle origini del Movimento, senza aprirsi all'esterno, pur di costruire un partito intorno alla sua leadership. Farà i conti con il risultato elettorale: la sua strategia non sarà sufficiente per il futuro. Io, comunque, sono disponibile a interloquire con tutti”.

L’ex volto di Annozero si è poi soffermato sul Partito Democratico, a suo avviso nemmeno Letta tra un mese passerà sotto l’Arco di Trionfo. Anche perché, ha spiegato Santoro, non si è mai capito cosa avesse in mente: “Ha buttato a mare la possibilità di un'alleanza repubblicana e antifascista, rompendo con i 5 stelle, poi non ha dato vita a un progetto politico coerente. È una delle poche cose su cui sono d'accordo con Calenda. E non riesco a capire cosa separi Calenda e Renzi da Letta, se non le diatribe di potere”.

Nessun pericolo fascista all’orizzonte, ha proseguito Santoro: “È comico che ad agitare il pericolo dei cosacchi in piazza San Pietro sia la sinistra, ammesso che questa si possa dire sinistra”. Per il 71enne non esiste il pericolo di derive autoritarie, la Meloni sta facendo ti tutto per risultare rassicurante. Santoro ha le idee chiare sul punto: “Perché ha molto da farsi perdonare, a cominciare dall'esaltazione di Putin fatta in passato. La sua credibilità all'estero è scarsa, le sue convinzioni sono fragili, dettate dalla necessità”.

Non mancano ovviamente le critiche al centrodestra, tra la compattezza di facciata e le presunte contraddizioni interne. E la profezia è sempre la stessa: “Chiunque vinca, avremo un governo debole”.

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