"Stop all'egemonia rossa. Dalla vittoria in Emilia un segnale a Mattarella"

La senatrice azzurra: «Abbiamo intercettato il disagio del popolo. I risultati si vedranno»

"Stop all'egemonia rossa. Dalla vittoria in Emilia un segnale a Mattarella"

Senatrice Anna Maria Bernini, lei sta girando l'Emilia Romagna da settimane per coordinare la campagna elettorale di Forza Italia per le regionali di domenica, che atmosfera si respira sul territorio?

«Entusiasmo, partecipazione, senso di appartenenza. Gli emiliano-romagnoli sono un popolo operoso che conosce bene il senso del dovere, la solidarietà. Ma non si lascia imbonire facilmente. Generosamente dà, ma rapidamente toglie. Questa regione è stanca della solita litania della sinistra, per cui tutto è perfetto e nulla va cambiato. Non è così. Fi ha intercettato un disagio e lo ha interpretato, portando avanti proposte e soluzioni. E questo la gente lo ha capito».

Una storica vittoria del centrodestra nella regione rossa per eccellenza, insieme a quella in Calabria, che contraccolpi potrebbe avere sul governo?

«Il governo delle 4 sinistre è il peggiore della storia repubblicana. Se il 26 gennaio il centrodestra si affermasse nuovamente, dopo aver vinto in un'altra regione rossa come l'Umbria, si porrebbe un tema di legittimazione politica per il governo. Rispettiamo le prerogative del presidente della Repubblica, ma se il voto popolare, per la terza volta in pochi mesi, si dimostrasse di segno opposto a quello dell'attuale maggioranza, il messaggio sarebbe inequivocabile».

Su quale programma e su quali candidati punta Fi per migliorare il risultato suo e della coalizione?

«Serve un nuovo paradigma per la Regione: non è vero, ammesso che lo sia stato in passato, che la sinistra è sinonimo di buongoverno e la destra di inefficienza. È arrivata l'ora di spezzare un monopolio insostenibile che ha generato spreco, arroganza e ha trascurato le necessità dei cittadini. Per questo ci siamo fatti promotori di un cantiere civico aperto al contributo di chi vuole fare la storia dell'Emilia Romagna. Abbiamo dato rappresentanza alle forze migliori della società, coinvolgendo professionisti, artigiani, commercianti e il mondo dell'impresa. Forza Italia è questo».

Oggi Berlusconi sarà a Bologna per l'iniziativa «A new Lifestyle»: qual è il nuovo stile di vita che promuovete?

«Le tendenze le detta la gente di questa terra. Qui ci sono le eccellenze del made in Italy in tanti settori strategici, dall' agroalimentare, alla meccanica, alla medicina, all'arte. Non è retorica dire che in questa regione si scrive una parte importante della storia quotidiana dell'Italia. Vogliamo che le tante eccellenze vengano valorizzate. Finora abbiamo vissuto un paradosso. La sinistra ha goduto di luce riflessa appropriandosi di meriti che non le appartengono. Cambiare lo stile di vita vuol dire recuperare quell'identità che la sinistra al governo ha soffocato».

Venerdì il leader azzurro chiuderà la campagna elettorale con Salvini e Meloni. Il centrodestra è davvero unito e Fi che ruolo ha nella coalizione?

«Il centrodestra è una realtà politica viva. Lo dimostrano le tante Regioni e città che governiamo insieme e lo dimostra ancor di più il nostro elettorato che qualche mese fa si è ritrovato fianco a fianco in piazza San Giovanni. Abbiamo il dovere dell'unità. Fi, con le sue battaglie e le sue parole d'ordine, è l'ago della bilancia di una coalizione che altrimenti sarebbe ad esclusivo appannaggio sovranista. E non è ciò che il popolo del centrodestra chiede».

Che si sta facendo e si dovrebbe fare per far recuperare consensi a Fi?

«Una stretta di mano vale più di mille like.

Se una lezione si può trarre da questa campagna elettorale è proprio questa: non abbandonare mai la militanza e il contatto con la gente. Esserci, ascoltare, vivere la vita del più piccolo borgo d'Italia come della grande metropoli. Recuperare questo spirito di servizio è indispensabile. Noi lo stiamo facendo e i risultati si vedranno».

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