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Stop a Johnson & Johnson. Speranza: dovremo usarlo

Sei casi trombotici in donne giovani su 7 milioni. Sospeso in Usa dall'azienda, consegne congelate

Stop a Johnson & Johnson. Speranza: dovremo usarlo

È arrivato in Italia ma al momento non si può somministrare. Un'altra stangata piomba sul piano vaccini. È stata bloccata la commercializzazione in Europa del vaccino Janssen, dalla stessa azienda produttrice Johnson & Johnson, dopo l'allarme su casi di trombosi lanciato dalla Food and Drug Adminstration che con un tweet ha chiesto di sospendere l'uso del vaccino, ma non in via obbligatoria.

Nel mirino degli esperti sono finiti sei casi analoghi: a due settimane dalla somministrazione del vaccino sei donne con meno di 50 anni hanno sviluppato una rara forma di malattia del sangue che per una di loro ha portato al decesso mentre un'altra è in condizioni critiche. Sei casi su 6,8 milioni di inoculazioni già effettuate negli Usa rappresentano una percentuale minima, ma presentano caratteristiche che hanno destato la preoccupazione degli scienziati e che sono oltretutto sovrapponibili ai casi di trombosi associati ad AstraZeneca. La possibilità che anche questo vaccino potesse provocare una reazione immunologica simile a quella scatenata dalla profilassi di Oxford era stata avanzata visto che agiscono con lo stesso meccanismo.

Non appena è stata resa nota la decisione di J&J è stata convocata una riunione urgente al ministero della Salute alla quale oltre al ministro Roberto Speranza hanno preso parte i vertici dell'Aifa e il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. Ma di fatto non si è potuto fare altro che incassare lo stop deciso dalla stessa azienda e dunque restare in attesa delle decisioni che verranno prese dalla Fda, ma anche e soprattutto dall'Ema.

Va sottolineato infatti che l'Agenzia europea per i medicinali aveva già deciso di riaprire una valutazione sui casi di trombosi segnalati in Usa per capire se ci sia o no un legame diretto con l'antidoto Janssen. Dopo l'annuncio Usa, Ema ha diramato una nota. «Al momento non è chiaro se esista un nesso causale tra la vaccinazione con il farmaco contro il Covid-19 di Johnson&Johnson e i casi di coaguli di sangue», avverte l'Ema che precisa come il comitato per la sicurezza stia indagando per decidere «se sia necessaria un'azione normativa».

Insomma anche J&J potrebbe subire limitazioni legate all'età e alle condizioni di salute, ma la campagna vaccinale italiana dipende da questo siero in misura maggiore rispetto agli Usa che usano in prevalenza Pfizer e Moderna. Dunque che cosa farà l'Italia? Dovrà aspettare le decisioni degli Usa, della Ue e di J&J. «Valuteremo nei prossimi giorni appena a Ema e Usa daranno informazioni definitive su quale sia la strada migliore, ma penso che anche questo vaccino dovrà essere usato, perché è importante», osserva il ministro della Salute, Roberto Speranza. L'ipotesi più probabile è che anche J&J venga destinato agli over 60 visto che le reazioni avverse gravi, ancora da studiare, si verificano nella popolazione più giovane. La conferma arriva dal direttore generale di Aifa, Nicola Magrini. «Valuteremo se dare il vaccino Janssen contro Covid-19 agli over 60, e lo faremo non appena si potrà riprendere la campagna vaccinale», annuncia Magrini, che però insiste sulla sicurezza dei vaccini ribadita anche da Anthony Fauci, direttore dell'Istituto malattie infettive degli Stati Uniti.

I coaguli, spiega «sono un evento davvero raro, meno di uno su un milione finora».

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