Cronache

"Stop alla vendita della cannabis light"

Il parere del Consiglio superiore di sanità: "Non è esclusa la pericolosità del prodotto"

"Stop alla vendita della cannabis light"

Spetterà al ministero della Salute dire l'ultima parola sul neo business della cannabis light. Ma il parere negativo del Consiglio superiore di sanità (Css) peserà come un macigno. Gli esperti infatti hanno bocciato la vendita di cannabis light perché fa male. L'organo consultivo spiega infatti che «non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa e raccomanda che siano attivate nell'interesse della salute individuale e pubblica misure atte a non consentire la libera vendita».

Ecco dunque la sintesi del parere richiesto dal Segretariato generale del ministero della Salute. Nel febbraio scorso, infatti, al Css sono stati inviate due domande: questi prodotti sono pericolosi per la salute umana? Possono essere messi in commercio ed eventualmente a quali condizioni?

Rispetto alla prima domanda, il Consiglio risponde che «non si può escludere la pericolosità dei prodotti contenenti cannabis o cannabis light» perché «Thc e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le concentrazioni plasmatiche misurabili». Inoltre «il consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e quindi degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine».

Preoccupano inoltre le ricadute sulle categorie deboli, giovani in testa. «Non appare che sia stato valutato il rischio al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni, quali ad esempio età, presenza di patologie concomitanti, stati di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, così da evitare che l'assunzione inconsapevolmente percepita come sicura e riva di effetti collaterali si traduca in un danno per se stessi o per altri (feto, neonato, guida in stato di alterazione)».

Bocciata anche la possibilità anche di vendita della cannabis light. Secondo il Css «tra le finalità della coltivazione della canapa industriale non è inclusa la produzione delle infiorescenze né la libera vendita al pubblico; pertanto preoccupa la vendita dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di cannabis o cannabis light». Dopo la sonora frenata da parte dell'organo tecnico, si aspetta il parere dell'Avvocatura dello Stato. E solo alla fine la ministra della Salute Giulia assumerà «le decisioni necessarie, d'intesa con gli altri ministri».

Intanto, mentre infuria il dibattito dei pro e contro, scattano i controlli nei book shop.

La polizia ha chiuso a Macerata due negozi specializzati nella vendita di prodotti a base di cannabis (droghe light) perché quella venduta era "vera e propria sostanza stupefacente", cioè "marijuana con principio attivo del 0,60%, idoneo a procurare effetti droganti.

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