«L'atmosfera di paura può contagiare anche i cristiani». Questo il monito lanciato da Papa Francesco in occasione della sua visita alla Comunità di Sant'Egidio che compie 50 anni. «Il nostro tempo - ha detto il Papa - conosce grandi paure di fronte alle vaste dimensioni della globalizzazione. E le paure si concentrano spesso su chi è straniero, diverso da noi, povero, come se fosse un nemico. E allora ci si difende da queste persone, credendo di preservare quello che abbiamo o quello che siamo». Secondo Francesco, «il futuro del mondo appare incerto, lo sappiamo, lo ascoltiamo tutti i giorni dai telegiornali». «Guardate - ha esortato rivolto al popolo di Sant'Egidio che gremiva la Basilica di Santa Maria in Trastevere - quante guerre aperte! So che pregate e operate per la pace. Pensiamo al dolore dell'amato e martriato popolo siriano, di cui avete accolto in Europa i rifugiati tramite i corridoi umanitari». «Com'è possibile che, dopo le tragedie del ventesimo secolo, si possa ancora ricadere nella stessa assurda logica?», si è chiesto il Papa nella sua omelia. «Per tanta gente, specialmente poveri, si sono alzati nuovi muri.
Le diversità sono occasione di ostilità e di conflitto; è ancora da costruire una globalizzazione della solidarietà e dello spirito». Il Papa ha poi concluso: «Continuate ad aprire nuovi corridoi umanitari per i profughi della guerra e della fame. I poveri sono il vostro tesoro!».
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