
Il 2 maggio 2025 il principe Harry ha dovuto incassare un colpo molto duro: l’Alta Corte di Londra ha stabilito che né lui né la sua famiglia hanno più diritto allo stesso livello di sicurezza garantito ai Windsor nel Regno Unito. Il duca non ha perso tempo e, subito dopo la sentenza, ha rilasciato una delle sue interviste bomba, chiedendo la pace e, nello stesso tempo, lanciando accuse più o meno velate contro la royal family. Uno psichiatra ha analizzato le dichiarazioni del principe, rintracciando nei presunti traumi infantili la vera causa di questo comportamento ripetitivo. Un modo di fare che stona con l’intesa e l’energia dimostrata da William e Kate nella loro ultima uscita pubblica, mettendo in risalto tutta la debolezza di Harry.
“Non so quanto gli resti da vivere”
L’intervista di Harry alla Bbc, lo scorso 2 maggio, ha fatto il giro del mondo in pochi minuti. “Vorrei riconciliarmi con la mia famiglia…La vita è preziosa”, ha dichiarato il principe, mostrando un’apparente volontà di mettere una pietra sul passato. Poi l’affondo: “Non so quanto resti da vivere a mio padre”, frase che non sembrerebbe basata su delle informazioni concrete, ma farebbe intuire un presunto ragionamento opportunistico del duca: fare pace prima che accada l’irreparabile, per evitare gli strali dell’opinione pubblica e dei social. Ancora: “[Mio padre] non mi parlerà a causa della situazione relativa alla sicurezza”, espressione che parrebbe sottolineare l’insofferenza di Carlo III nei confronti del secondogenito dopo la questione della scorta, ma in realtà abbiamo ascoltato solo la versione di Harry. “Tra me e alcuni membri della mia famiglia ci sono state alcune discussioni” ma “ho perdonato”. Questo modo di raccontare la faida metterebbe il duca nella posizione di unica vittima, separando nettamente i presunti buoni (Sussex) dai presunti cattivi (Windsor). La royal family, però, potrebbe avere delle obiezioni in merito.
“Mi augurano il male
La parte dell’intervista più angosciante è quella in cui Harry riterrebbe di poter fare la stessa fine di Lady Diana: “Non voglio che la storia si ripeta. Durante il processo ho scoperto che alcune persone vogliono che la storia si ripeta”. Il principe non avrebbe mai smesso di credere che la morte della madre sia stata, in realtà, un omicidio, sebbene le indagini smentiscano questa versione. Qualcuno avrebbe “vinto tenendomi in pericolo”, perché “sono certo che alcune persone là fuori, probabilmente le persone che mi augurano del male, la considerino una grande vittoria”. Impossibile sapere nomi e cognomi. Una delle caratteristiche del duca di Sussex sembra essere quella di lanciare accuse ambigue, quasi criptiche. L’ascoltatore può fare supposizioni, ma non sa quasi mai con precisione a chi siano rivolti gran parte dei dardi avvelenati scagliati da Harry. Finisce per chiedersi se l’intero discorso abbia delle basi concrete, o se sia il risultato di un principio di paranoia. Questo atteggiamento, però, potrebbe avere un effetto boomerang: se il duca continua a fare accuse senza dimostrare quel che dice, alla fine potrebbe essergli negato persino il beneficio del dubbio.
“Mettere in dubbio la sua stabilità”
Per la verità il suddetto effetto boomerang sarebbe già iniziato da tempo. L’ultima intervista, però, sarebbe stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. L’Express ha invitato a esprimersi sulle dichiarazioni del principe il famoso psichiatra inglese Rajendra Persaud, conduttore televisivo e autore di libri, che ha contribuito a concentrare e a sensibilizzare l’attenzione mediatica sulla questione della salute mentale. Il dottor Persaud ha scritto: “L’intervista alla Bbc del principe Harry è stata abbastanza esplosiva da generare un nuovo ciclo di titoli sui giornali che mettono in dubbio la sua stabilità, le sue intenzioni e anche il suo equilibrio mentale”. Un discorso da non sottovalutare, perché se Harry avesse ragione, se davvero fosse in pericolo, le continue lamentele senza prove potrebbero portarci a sottovalutare un eventuale rischio, creando danni irreparabili.
“Ricatto emotivo”
“L’ultima pubblica esternazione [di Harry] è stata…un tentativo di inviare un messaggio al Re e agli altri membri della sua famiglia”, ha spiegato Persaud. “Visto che gli altri canali di comunicazione sarebbero stati recisi, [il principe, infatti,] ha dichiarato che il Re non risponde alle sue telefonate, questo potrebbe essere un tentativo di attirare l’attenzione sulla scena pubblica in un modo che, semplicemente [la royal family] non può ignorare…una forma di ricatto emotivo”. L’impressione è che i reali si aspettassero una nuova intervista (la possibilità, dati i precedenti, non era poi così remota) e che abbiano agito di conseguenza: un usuale silenzio apparentemente indifferente, interrotto solo da un brevissimo comunicato di Buckingham Palace, che non fa altro se non sottolineare una situazione ovvia dal punto di vista della Corona: “Tutte queste questioni sono state ripetutamente e meticolosamente esaminate dai tribunali, che hanno raggiunto la stessa conclusione ogni volta”. Queste parole non rappresenterebbero la considerazione in cui spera Harry. Sembrano più simili, invece, a un gelido sguardo di sufficienza.
La perseveranza (diabolica) di Harry
Lo psichiatra ritiene che tutte le interviste del duca, in particolare l’ultima, abbiano un unico scopo piuttosto intuitivo: “Il messaggio sottinteso che Harry manda ai reali…è: ‘Continuerò a fare scalpore in un modo che, nella migliore delle ipotesi, è irritante, nella peggiore danneggerà la Firm, fino a che non inizierete a prendere sul serio me e le mie lamentele”. Questo, però, avrebbe tutta l’aria di un sistema infantile per farsi notare. Non a caso la royal family continua a ignorare Harry e le sue rimostranze. Viene in mente l’immagine di qualcuno che si sbraccia per farsi vedere tra la folla. Invano. Non è esattamente ciò che ci aspettiamo da un principe della Corona britannica. Forse Harry sta adottando il modo sbagliato per cercare il dialogo, ma non è chiaro se e quanto ne sia consapevole. “Errare è umano”, dice il proverbio”, ma “perseverare è” decisamente “diabolico”.
Perché Harry non volta pagina?
“Sebbene questa sia una battaglia che ha già perso”, ha commentato Persaud, “[il principe Harry] sembra incapace di andare avanti…sembra psicologicamente bloccato, talmente convinto della logica e della moralità della sua posizione da non cogliere che, anche se avesse avuto ragione, non avrebbe ottenuto ciò che vuole”. Perché il duca si ostinerebbe a rimanere letteralmente fossilizzato su un’idea ormai fissa, che non lo porta da nessuna parte? Il pensiero di Harry si starebbe pericolosamente avvitando su se stesso, azzerando qualunque possibilità di valutare la situazione da altri punti di vista. Secondo lo psichiatra il motivo andrebbe ricercato in un evento traumatico del suo passato: “Sospetto che [il duca] sia tuttora ossessionato da ciò che è successo a sua madre, Lady Diana e questo abbia un impatto sui processi decisionale e mentale. Dopotutto sarebbe assolutamente comprensibile”. Ma non giustificabile. Continuare a scagliare accuse, ha sottolineato l'esperto, “non servirà ad appianare le differenze tra il duca e il Palazzo”.
Un consiglio
Persaud ha notato che Harry sarebbe “in difficoltà” e spera che possa essere “ben consigliato”, soprattutto per il futuro. Lo psichiatra si spinge, poi, a dargli un consiglio: “Con tutto il rispetto vorrei suggerire che [Harry] ha bisogno di aiuto per voltare pagina e iniziare un processo di riavvicinamento alla famiglia”. Certo, entrambe le parti dovrebbero desiderare la pace e attivarsi in tal senso. Lo psichiatra, però, non è così ottimista: “Sfortunatamente è improbabile che ciò accada attraverso un’altra intervista rabbiosa che mostra la sua mentalità prigioniera” di convinzioni granitiche e frustrazione. Ragionamento interessante, questo, perché il principe userebbe i media per amplificare il suo messaggio alla royal family, nella speranza di farsi ascoltare, ottenendo l’effetto contrario. Sarebbero proprio queste dichiarazioni pubbliche, espresse con toni lamentosi e di sfida, a indispettire Carlo III e il resto della famiglia. Non solo: durante l’intervista dei Sussex a Oprah Winfrey, nel 2021, Harry affermò che il padre e il fratello William sarebbero “intrappolati nel sistema”, nella vita royal. Non lo sappiamo, ma diventa sempre più concreta la possibilità che quello intrappolato sia Harry. Nella sua rabbia.
“Più forti che mai”
L’immagine di Harry non esce vittoriosa dall’intervista. Al contrario, appare spenta, appannata, perfino logorata, in senso metaforico, da uno schema di comportamento già visto fin troppe volte. Da recriminazioni continue che non consentono al duca di evolvere. Dall’altra parte dell’oceano, invece, William e Kate brillano a ogni uscita pubblica. L’ultima in ordine di tempo è stata lo scorso 5 maggio, per l’80° anniversario del VE Day (“Victory in Europe Day”), le celebrazioni per la resa tedesca e la fine della Seconda Guerra Mondiale. I principi di Galles hanno mostrato un “fronte unito” apparentemente impossibile da scalfire, ha dichiarato l’esperto di linguaggio del corpo Darren Stanton, citato dal magazine Hello. “Kate e William sembrano più forti che mai…stanno lavorando insieme, come un team…a testa alta...”. L’esperto ha messo in evidenza gli sguardi complici dei due, la sicurezza di fronte al pubblico che li sta rendendo “un grande esempio per la nazione”.
Addirittura Stanton ritiene che la scelta del colore dell’outfit di Kate, un coat dress bordeaux firmato Emilia Wickstead, non sia un caso: sarebbe questa la tonalità simbolo “di apertura e connessione”. Un risultato notevole ottenuto con tanto lavoro e intelligenza, certo, ma anche con il silenzio di chi non ha bisogno di dare alcuna spiegazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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