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Lo strappo di Douglas, da oggi solo signor Harris. Passa da legale di grido a "second gentleman"

Il consorte della vicepresidente annuncia il suo ritiro dalla professione per seguire la moglie alla Casa Bianca. Ma c'è chi dice che abbia un piano...

Lo strappo di Douglas, da oggi solo signor Harris. Passa da legale di grido a "second gentleman"

Andrà a fare il first man della Casa Bianca. Si chiama Douglas Emhoff, è un omone elegante con la fronte ampia spianata da anni di idee vincenti, ha cinquantacinque anni ed è un avvocato in cappotto con certe scarpe lucide come una Jaguar. Faccia potente e mani curate, è uno di quelli che sembrano usciti da un episodio di «The Good Wife». Invece lui è the good husband. Ha annunciato di voler rinunciare a tutto per seguire la moglie, (la sua seconda moglie, in realtà) Kamala Harris che è appena diventata vicepresidente (la prima donna a rivestire questo ruolo) degli Stati Uniti d'America. Entro il 20 gennaio avrà finito di traslocare dalla sua vecchia vita per entrare, mani e piedi, in quella della consorte. Svestirà i panni di uno degli avvocati più famosi della California, lascerà lo studio legale del quale è partner, Dla Piper, il terzo più grande degli Stati Uniti, ed entrerà nella scia di Kamala, in un vortice di secondi posti. Sarà infatti tecnicamente il «second man», visto che la first lady sarà Jill Biden, grazie alla sua seconda moglie che è presidente in seconda. Ma quando si ha prospettiva, il secondo posto nella griglia di partenza non spaventa affatto. C'è chi dice che ad attenderlo ci siano grandi cose e che il signore sia un lungimirante. Meglio sgombrare subito il campo da conflitti di interessi, quindi, meglio scrollarsi di dosso clienti legali come case farmaceutiche, produttori d'armi o chiunque altro potrebbe, un domani, tarpare la volata alla Casa Bianca di Kamala come presidente in prima. Quindi poco importa che nel 2018, lo studio legale avesse remunerato Emhoff con 1,34 milioni di dollari, e poco importa che per cinquantacinque anni abbia costruito la propria vita in una direzione precisa. L'opportunità chiama e Douglas fa gli scatoloni come un cacciato qualunque della Lehman Brothers, in uno dei momenti più neri della storia americana. Qui non c'è nulla di cupo, a partire dalla Casa Bianca. E quando lui guarda, vede oltre. Non si diventa avvocati di grido, in America, se non sai passare la realtà allo scanner, se non soppesi chi hai difronte in cinque secondi netti. E lui ha soppesato. Si mette dietro per andare avanti. Dà strada, per fare strada. Alla fine avrà ragione, però fa sempre effetto vedere un uomo che si mette in scia. Specie se è alto quanto un grizzly e guadagna come Gordon Gekko. Il signor Kamalo, il second gentleman... Sgomenta un po' pensarlo nelle retrovie della Casa Bianca, con le valgie aperte come panini mentre decide cosa sia più opportuno indossare e concorda la cena con lo staff per non disturbare la signora. Vogliamo sperare abbia un piano, come pare lo abbia sempre avuto nella sua vita, e che riesca a metterlo in atto prima di vederlo fotografato in un orto biologico mentre suggerisce agli americani come non prendere peso. Perché il ruolo della first lady, alla lunga, è sempre stato stretto perfino alle donne.

Mai vorremmo che Douglas detto Doug finisse col rimpiangere la giungla di gessati blu che ha lasciato nel suo studio legale.

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