Cronache

"Stress e disagi da convivenza forzata. Così crescono i conflitti e i pericoli"

Il presidente dell'ordine nazionale degli psicologi: nello scenario attuale le situazioni particolarmente critiche diventano a rischio

"Stress e disagi da convivenza forzata. Così crescono i conflitti e i pericoli"

Se i contagi diminuiscono, con il trascorrere delle settimane sale il disagio psicologico degli italiani, stretti in una morsa tra la sindrome da isolamento e l'angoscia per il futuro. Il professor David Lazzari, presidente dell'Ordine Nazionale degli Psicologi, snocciola i dati di un monitoraggio commissionato all'Istituto Piepoli e intitolato lo Stressometro. Dalla 32sima rilevazione su un campione di 502 interviste, otto italiani su dieci dichiarano di essere molto stressati, il 10% a livello di guardia.

Quali sono le categorie più in crisi?

«Gli operatori sanitari, perché subiscono una fortissima pressione che sta determinando già ora diffuse situazioni di disagio psicologico. Uno studio internazionale sul personale impegnato contro il covid-19 rileva che il 70% ha riferito di provare elevato stress, più della metà (il 50,4%) ha riportato sintomi di depressione, il 44,6% di ansia e il 34% di insonnia. Purtroppo possiamo fin da oggi prevedere uno strascico di problemi per chi in queste settimane è stato in prima linea nelle corsie a combattere il covid-19».

Nel resto della popolazione?

«La paura di essere contagiati è alta. Ma emerge che il disagio psicologico si sta sviluppando principalmente a causa del peso delle restrizioni imposte dalla pandemia e in maniera crescente per le preoccupazioni relative alla grave situazione sociale ed economica che si sta vivendo e che si profila per il futuro».

Che contraccolpo hanno avuto le tante persone che erano già in psicoterapia?

«Gli psicologi possono continuare a lavorare tenendo gli studi aperti. C'è stato uno sforzo straordinario di mobilitazione che prevede anche un diffuso ricorso alle terapie a distanza, sia per continuare ad assistere gli utenti già seguiti sia per rispondere alle crescenti richieste di supporto».

Che impatto ha avuto la crisi sulle dipendenze, come cibo, alcol, gioco, droghe?

«Le dipendenze sono una manifestazione di disagio psicologico e noi oggi registriamo un peggioramento del benessere psicofisico. In questo scenario, chi stava male si ritrova in un contesto ancor più negativo, chi era predisposto è ora sollecitato negativamente. Altri ancora che vivono situazioni particolarmente critiche diventano a rischio».

Avete riscontrato un aumento delle violenze domestiche? E dei tentati suicidi?

«È troppo presto per avere dei dati aggregati. Dalle nostre rilevazioni emerge che il 9% vive una situazione di disagio a causa della convivenza forzata. Nel dettaglio vengono indicati generici conflitti relazionali (7%), problemi di coppia (4%) o con i figli (3%). Sui suicidi, registriamo purtroppo alcuni casi tra gli infermieri, il che rappresenta un fatto preoccupante e particolarmente doloroso».

Lo smart working ha rischi?

«Chi lavora a casa deve affrontare la giornata lavorativa con ordine e professionalità, ci vuole attenzione a separare i tempi e gli spazi per quanto possibile».

I single sono più stressati?

«A livello nazionale, emerge che chi vive solo soffre più degli altri per il fatto di non potersi relazionare con le persone al di fuori (+8%) e per l'aumento del disagio psicologico (+2%). Ma abbiamo riscontrato anche contraccolpi positivi, come la possibilità di avere più tempo per la famiglia (49%) e per sé stessi (34%)».

Quali regole consigliate per sostenere questo momento?

«La regola è aiutarsi, farsi aiutare e aiutare. Soffermiamoci sul nostro benessere psicofisico e prendiamo coscienza di come stiamo. Se avvertiamo un disagio e uno stato di malessere ansia, stress, insonnia non cerchiamo di negare la situazione e facciamoci aiutare da un professionista. Allo stesso tempo, se vediamo qualcuno in difficoltà facciamoci avanti e non rinchiudiamoci nel nostro interesse individuale. La solidarietà è un antidoto al disagio».

I bambini necessitano attenzioni particolari?

«Il distanziamento sociale ha stravolto la vita di tutti, in particolare dei minori che non hanno gli strumenti per razionalizzare. Non possono andare a scuola, fare attività all'aperto, incontrarsi con i loro amici. In questo contesto, hanno un bisogno particolare di considerazione e di amore. Non vanno parcheggiati davanti a un device o alla tv ma deve essere garantita loro una costante attenzione.

Teniamo presente che i bambini non sempre esprimono i loro disagi».

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