Non si è ancora placata la protesta dei No Tav per i primi espropri per demolire alcune case e costruire la stazione internazionale Torino-Lione, che a Susa, provincia di Torino, già si apre un altro fronte caldo. In prima fila a urlare il proprio disappunto, questa volta è l'Anpi che ha organizzato un presidio "antifascista" contro lo scrittore - nonché direttore della Fondazione Circolo dei lettori di Torino - Giuseppe Culicchia che in biblioteca ha presentato la sua ultima opera: Uccidere un fascista. Sergio Ramelli, una vita spezzata dall'odio. Ramelli era un ragazzo del Fronte della gioventù, organizzazione giovanile del Msi. Durante gli Anni di piombo, nel 1975 a Milano, ebbe problemi a scuola per le sue idee politiche con i collettivi della sinistra extraparlamentare. Si iscrisse a una scuola privata ma non servì a calmare gli animi: il 13 marzo venne aggredito, a colpi di chiave inglese, da militanti di Avanguardia operaia. Una storia che evidentemente a qualcuno dispiace ricordare e raccontare. Insieme all'Associazione nazionale partigiani d'Italia lo scrittore ha trovato ad accoglierlo i manifestanti del movimento No Tav e dell'Assemblea bassa Valle. Quest'ultimi in piazza Trento, hanno convocato "la chiamata pubblica degli antifascisti della Valle, contro una narrazione che normalizza l'ideologia fascista".
Sotto la prima neve e un freddo pungente i contestatori erano un centinaio. L'Anpi, per smarcarsi dagli altri gruppi di contestatori, prima dell'incontro in biblioteca ha fatto sapere che "non è il libro in sé a destare perplessità ma il contesto politico e simbolico in cui la presentazione è stata inserita". Ciò che non va giù ai partigiani torinesi non è il libro, né tanto meno il suo autore ma piuttosto il fatto che la serata sia stata presentata da Maurizio Marrone, assessore regionale di Fdi che rappresenterebbe un pericolo politico per le sue "posizioni riconducibili alla destra neofascista", recita Anpi in coro con la sinistra che con Marrone c'è l'ha in modo particolare e contesta ogni sua azione. Dando così al giovane assessore meloniano una visibilità straordinaria, facendolo a tratti passare per la vittima designata di chi vede il fascismo ovunque. Secondo i No Tav, inoltre, la figura di Ramelli "viene da anni strumentalizzata" e la presenza di Marrone trasforma l'iniziativa in "un'operazione politica".
Grida e striscioni hanno rotto il silenzio del piccolo comune di Susa, che ormai da anni vede sfilare contestazioni e scontri di ogni tipo, basta che il bersaglio sia il governo di centrodestra. La protesta si è fatta riconoscere con cori e slogan, mostrati ieri da Quarta Repubblica (Rete4) che inneggiavano nuovamente alla morte del giovane Ramelli: "Fascio morto - Concime per l'orto".