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"Stufo del vostro guardonismo": l'affondo di Salvini sul caso Morisi

Il segretario del Carroccio accusa i media, colpevoli della "schifezza mediatica" che ha travolto l'ideatore della sua strategia sui social. Il tempismo delle rivelazioni alimenta sospetti

"Stufo del vostro guardonismo": l'affondo di Salvini sul caso Morisi

"No, non ho sentito Luca Morisi. E sono stufo del vostro guardonismo". A margine di un evento elettorale a sostegno di Luca Bernardo, candidato sindaco del centrodestra di Milano, Matteo Salvini torna sul caso che ha coinvolto uno dei suoi più stretti collaboratori, l'uomo che l'ha reso il politico italiano più seguito sui social. Già ieri, Salvini aveva puntato il dito contro la "schifezza mediatica" scatenata dalla vicenda: "Sono dispiaciuto della schifezza mediatica che condanna le persone prima che sia un tribunale a farlo" , ha aggiunto. "Non c'è un reato, e sono problemi che riguardano la vita privata. Mi spiace perché il fango sparso in queste ore verrà smaltito e poi a chiedere scusa saranno in pochi".

Dietro le rivelazioni sulla cocaina rinvenuta su due piatti e in un libro a casa di Morisi, e la boccetta contenente liquido trasparente (si ipotizza sia droga dello stupro) sequestrata a due giovani rumeni - uno dei quali è un modello ed escort - che dicono di averla ricevuta proprio da Morisi, il segretario del Carroccio teme che ci sia la volontà di colpirlo a pochi giorni dal primo turno delle amministrative dei prossimo 3-4 ottobre: "Tenere in ballo tutto un discorso politico che non c'entra nulla con la vita privata di una persona - continua Salvini - mi sembra veramente un attacco gratuito alla Lega a cinque giorni dal voto. La stessa procura dice sostanzialmente che non c'è reato, parla di fatto banale, senza che ci siano altri precedenti e di un eventuale consumo personale, che condanno e sempre condannerò".

Sulla strana coincidenza tra le rivelazioni su Morisi e la tornata elettorale è intervenuta, con un'intervista al Corriere della Sera, la procuratrice di Verona Angela Barbaglio: "E quindi avremmo tenuto a bada la notizia fino a ora? Dire una cosa del genere vuol dire insultare l'intelligenza delle persone. Non abbiamo alcun interesse per gli effetti sull’elettorato e mai, ribadisco mai, abbiamo pensato a strumentalizzazioni delle inchieste".

E, allontanati i sospetti su quello che pare l'ennesimo caso di giustizia ad orologeria, la Barbaglio smentisce ogni coinvolgimento degli inquirenti nella fuga di notizie: "Ho l'assoluta certezza che nulla è stato detto da noi e posso assicurare che nulla è stato detto dai carabinieri".

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