Il suicidio l'ha scelto l'Europa, ma il colpo di grazia glielo sta infliggendo la piccola Austria. La vittoria del 31enne Sebastian Kurtz, alfiere di un Övp (Partito Popolare) pronto a un'alleanza con gli euroscettici del Fpö (Partito della libertà) di Heinz Christian Strache, promette di spingere l'Austria sull'asse di Visegrad e di assestare un colpo fatale all'Ue. E a chi come l'Italia continua a crederci. Un'intesa di Vienna con quella coalizione anti-migranti formata da Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia segnerà la fine delle politiche di accoglienza sottoscritte da Bruxelles con l'iniziale avvallo della Germania di Merkel. Politiche da cui tutti i governi dei principali stati nazionali - Germania in testa - si stanno rapidamente smarcando nella consapevolezza che la riconquista della fiducia e dei voti dei propri cittadini passa attraverso l'abbandono delle utopie di Bruxelles.
L'unica a non accorgersene è un'Italia guidata da un governo convinto non solo di poter perseverare nelle politiche di accoglienza, ma di rafforzarle con l'introduzione di un inutile ius soli. Il tutto nonostante un voto austriaco che minaccia, in caso di adesione all'asse di Visegrad, di bloccare definitivamente la ripartizione dei migranti approdati sulle nostre coste. Ma il cambio di rotta austriaco è solo l'ultimo di una serie di manovre destinate a trasformare l'Unione in un involucro vuoto e privo di senso. Un involucro in cui il nostro Paese rischia di ritrovarsi solo e soffocato se non rafforzerà, sull'esempio di altri Paesi, sovranità e interesse nazionale.
A indicare la strada sono stati gli inglesi decisi, con la Brexit, a render più difficile persino l'afflusso di lavoratori europei. In quella scia si muovono oggi un'Angela Merkel pronta, dopo le ultime batoste elettorale, a limitare drasticamente il numero di migranti e a confinare in centri di detenzione quelli da rimpatriare. Sulla stessa linea avanza il presidente francese Macron che domenica ha confermato di voler espellere i rifugiati macchiatisi di crimini sul suolo francese. E sul fronte spagnolo il governo centrale si prepara a riportare all'assennatezza una Catalogna secessionista distintasi in precedenza per le manifestazioni di piazza a favore degli immigrati.
Pur di non seguire l'Europa nel suicidio innescato dalle politiche di accoglienza gli stati nazionali rafforzano insomma la propria sovranità nazionale e si allontanano sempre più da Bruxelles. La piccola, ma avveduta Austria è stata l'ultima a farlo. L'unico, e l'ultimo a non annusare l'aria che tira sembra essere, invece, il governo italiano.
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