Sui vaccini obbligatori è guerra M5S-Lorenzin "Pagata con i Rolex"

Il decreto la prossima settimana al Senato E le prescrizioni potrebbero salire a 13

Sui vaccini obbligatori è guerra M5S-Lorenzin "Pagata con i Rolex"

Roma La guerra dei vaccini è aperta e prosegue e colpi di querele. Non appena pubblicato in Gazzetta il decreto che prevede l'obbligo della profilassi per la frequenza scolastica, i grillini sono partiti all'attacco del governo e del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

«Il vaccino obbligatorio e immediato deve essere quello contro la follia del ministro della Salute Lorenzin», scrive sulla sua pagina Facebook il deputato Carlo Sibilia di M5S. Sibilia accusa apertamente la Lorenzin di aver imposto l'obbligo per incassare regali, sottintendendo dalle case farmaceutiche: «Chissà se un giorno verremo a sapere quanti Rolex ha ricevuto il ministro per scrivere questo decreto irricevibile?» L'ipotesi che si possa difendere il valore delle vaccinazioni perché si crede rappresentino una tutela per la salute dei nostri figli evidentemente non è contemplata da Sibilia che ritiene l'obbligo immotivato. «In Italia non c'è nessuna emergenza epidemiologica in corso per giustificare tutti questi vaccinati obbligati», prosegue il grillino apparentemente ignaro del fatto che dall'inizio dell'anno i casi di morbillo sono saliti a 2.851 e che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto sotto osservazione l'Italia per il calo delle coperture vaccinali.

Immediata la reazione della Lorenzin che ha querelato Sibilia «per le sue gravissime dichiarazioni prive di fondamento e dal contenuto diffamatorio». Dichiarazioni che per la Lorenzin dimostrano «come il Movimento 5 Stelle faccia finta di essere a favore dei vaccini ma nella realtà li avversi in tutti i modi». Solidarietà al ministro viene espressa da molti esponenti del Pd ma a parte le accuse fumose dei grillini questo provvedimento suscita perplessità più fondate dal punto di vista organizzativo (le Asl temono l'assalto a settembre) e finanziario mentre il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, si dice pure preoccupato dall' «impatto del nuovo decreto sulle famiglie». Favorevole alle vaccinazioni Zaia contesta però «la forma coercitiva» ricordando che in Veneto le coperture sono superiori al 90 per cento senza obbligo.

Il decreto, pienamente operativo, è però suscettibile di modifiche da parte del Parlamento e la prossima settimana

arriverà in Commissione Sanità del Senato. Il suo cammino si presenta irto di ostacoli ma la Lorenzin non molla e si dice pronta ad aggiungere un altro vaccino obbligatorio dietro indicazione dei medici: l'antipneumococco.

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