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Sul ddl Zan nessun accordo. Se oggi non passa i dem sono pronti a incolpare Renzi

"Cercano la bella morte, tipo Salò", è la fotografia serale di un senatore di maggioranza che segue la trattativa sulla legge Zan

Sul ddl Zan nessun accordo. Se oggi  non passa i dem sono pronti a incolpare Renzi

«Cercano la bella morte, tipo Salò», è la fotografia serale di un senatore di maggioranza che segue la trattativa sulla legge Zan.

L'indiziato è il Pd, che prima ha aperto alla mediazione, e poi ieri si è presentato al tavolo con gli altri gruppi senza offrire nessuna proposta: «Noi gli abbiamo detto che basta poco per verificare la disponibilità a modificare i punti più controversi, ma loro sul merito non dicono nulla», raccontava dopo il primo round della riunione Maurizio Gasparri di Forza Italia. «Evidentemente ci prendono in giro». Il problema è che oggi, attorno all'ora di pranzo, si dovrebbero votare in aula, a scrutinio segreto, le richieste del centrodestra di rinviare la legge in commissione (ossia il suo affossamento). E la possibilità che passi è molto alta: si è visto già a luglio, quando la richiesta di sospensiva della Lega è stata respinta per un solo voto, che il problema per i numeri della legge Zan non è Italia viva, ma M5s e gruppo Misto (per non parlare dei potenziali franchi tiratori dem). «Ma il Pd si è presentato al tavolo chiedendo solo che il centrodestra ritirasse la proposta di rinvio, senza rispondere alle richieste di aprire un dialogo sul merito della legge», spiegano dalla Lega.

Insomma, nonostante le (tardive) aperture alla trattativa fatte da Enrico Letta dopo i ballottaggi, i dem non sembrano intenzionati a seguire la linea del segretario: troppo divisi al proprio interno tra pasdaran e moderati, e troppo terrorizzati di essere accusati da grillini e sinistra di cedimenti a Matteo Renzi (che da mesi avverte che su quel testo non ci sono i numeri). Così, ieri, nel Pd di Palazzo Madama, si sono fatti sentire quelli che propongono una exit strategy un po' cinica: nessuna mediazione o modifica, nessuna marcia indietro: meglio affrontare subito il voto segreto e se, come probabile, la legge venisse archiviata, trovare dei capri espiatori: Italia viva e il perfido Renzi, ovviamente, e i cattivi del centrodestra. Con tanti saluti «ai gay, ai trans e ai bambini libellula», citati dalla principale fautrice di questa linea, Monica Cirinnà, che a luglio si diceva pronta a morire con loro. E con il ddl anti-omofobia.

Non a caso ieri sera il renziano Luigi Cucca avvertiva: «Siamo a un bivio. Se passa la linea Letta, domani si rinvia il voto e si fa un accordo con tutti. Se passa la linea Cirinnà, domani si va sotto e si rischia che la legge muoia per sempre». Per questo Iv ha proposto il rinvio di una settimana del voto, richiesto anche dalla Lega, per non far precipitare la situazione: «Al Pd diciamo: rinviamo il voto e lavoriamo per un accordo nella maggioranza. Altrimenti sarà una sconfitta per tutti», dice Teresa Bellanova. E anche da Forza Italia arrivano appelli al buon senso: «Voler lasciare il testo com'era farà arenare la proposta. Salviamolo migliorandolo», dice Gabriella Giammanco. Il Pd però respinge la proposta di rinvio: «Si vada al voto, e ognuno si assumerà le proprie responsabilità se la legge viene archiviata». Mettendo nel mirino Iv e il centrodestra.

Ieri intanto è stato il centrosinistra a dividersi. Ribellandosi al Pd che - improvvisamente - ha scoperto di dover trattare, i 5 Stelle hanno rifiutato di partecipare al «tavolo» di confronto con il centrodestra, tirandosi dietro anche il cespuglio di sinistra di Leu. E gettando nel panico i dem, che a sera hanno affannosamente convocato una riunione con M5s e Leu - tenendo fuori Iv - per discutere del da farsi. Come finirà si scoprirà oggi, quando si voterà in aula sulla proposta di rinviare in commissione il ddl Zan. «I numeri ci sono», giurano dal gruppo di M5s.

Il che lascia presagire possibili disastri.

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