A due settimane dal voto per il rinnovo della Casa Bianca l'annunciata Caporetto di Donald Trump prevista dalle cassandre della politica americana viene sventata dai numeri dell'ultimo sondaggio, che lo danno ancora ad un contenuto 5% di svantaggio dalla rivale Hillary Clinton. Secondo l'ultima proiezione di Cnn l'ex first lady è al 49% contro il 44% del tycoon, e lui, durante un comizio a St. Augustine, in Florida, assicura ai suoi sostenitori che conquisterà il Sunshine State, ma anche tutto il resto. «Quando vinceremo, il vostro voto si farà sentire nei corridoi di Washington e nel mondo intero - afferma -. Quello che sta succedendo è più forte della Brexit».
Intanto, il New York Times entra a gamba tesa sul re del mattone pubblicando sulla sua edizione cartacea due pagine con una lista completa delle persone, luoghi e cose che Trump ha insultato via Twitter durante la campagna elettorale. La mappa delle sue «vittime», in ordine alfabetico, mostra che il candidato repubblicano non ha risparmiato proprio nessuno: dall'avversaria democratica, ovviamente la più gettonata, al presidente Barack Obama, fino ai suoi rivali alle primarie del Grand Old Party. Dai giornalisti e le maggiori testate americane (accusate di costruire ad arte storie per screditarlo) ad alcune categorie come le donne, i messicani, gli handicappati. E ancora celebrities, Paesi, città, persino una canzone di Neil Young. L'ex candidato Gop alle primarie Jeb Bush, per esempio, è definito «molto triste», il giornalista della Cnn Don Lemon «stupido come un sasso», mentre della Vecchia Signora in Grigio ha detto: «peggiora giorno dopo giorno, per fortuna è un giornale che sta morendo».
Su Trump, però, a 13 giorni esatti dall'election day, si abbatte una nuova imbarazzante storia: secondo quanto raccontato da alcuni presunti testimoni al Daily Beast, il tycoon negli anni Novanta era solito organizzare festini con modelle adolescenti e cocaina al Plaza Hotel di New York. «Ero lì per fare festa, c'erano ragazze giovani, molto sesso, molta cocaina e gli alcolici migliori», spiega un fotografo del mondo della moda che sostiene di aver partecipato a diverse feste di Trump. L'altro presunto testimone, il modello Andy Lucchesi, conferma la storia, ma precisa che The Donald non beveva né usava droga. «C'era cocaina che girava, ma non l'ho mai visto farne uso - dice - Trump non usa la cocaina, lui è padrone di sé».
Nel frattempo i membri del partito repubblicano, nel disperato tentativo di salvare la maggioranza in Congresso, si presentano sempre più spesso come i controllori di una eventuale presidenza Clinton, ammettendo implicitamente la convinzione che la Casa Bianca rimarrà democratica. Trump, invece, continua il suo attacco trasversale alla stampa «corrotta», confermando l'accusa di collusione tra istituti di sondaggio, media e democratici, e lancia un programma serale su Facebook Live di mezz'ora, che durerà sino all'8 novembre. I suoi consiglieri spiegano che si tratta di un modo per sfruttare l'ampio seguito del tycoon sui canali social, ma soprattutto per aggirare i media tradizionali. «Questo è un movimento storico. Insieme, ancora una volta, faremo un governo con il popolo, per il popolo e di popolo! Aiutateci a chiudere le settimane finali di questa campagna forte e a vincere», scrive Trump in un post su Facebook.
Mentre la Clinton, confortata dai sondaggi che la danno in vantaggio, ora punta ad ottenere un successo schiacciante.
«Non ci basta che Hillary vinca, dobbiamo fare in modo che vinca alla grande», conferma il presidente Obama durante una raccolta fondi in California. A suo parere, oltre alla conquista di Pennsylvania Avenue, serve una vittoria travolgente anche per spiegare a Trump e ai suoi sostenitori che gli Stati Uniti ripudiano le sue idee.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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