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Il superbonus per la casa? Un labirinto

Per poter cedere il credito alle banche servono 36 documenti. E pazienza...

Il superbonus per la casa? Un labirinto

È arrivato il software sul sito dell'Agenzia delle Entrate: allegria. E se siete intenzionati ad addentrarvi nel labirinto del Superbonus 110% è dunque il vostro momento, se davvero proprio ci tenete. In pratica da ieri la cessione del credito è realtà, e come diceva Conte potete rifarvi la casa gratis facendovi sostituire nel pagamento da una banca. Ma forse non sapete che...

Uno dei più grandi provvedimenti in vetrina del governo in tempi di Covid e oltre prende dunque forma con un mostro a tante teste. Lasciando perdere tutte le caratteristiche necessarie per le agevolazioni che riguardano rifacimenti energetici o antisismici, quello che colpisce è l'iter che il povero proprietario speranzoso deve affrontare per arrivare alla meta. La buona notizia è che ci sono già diversi istituti pronti a sostituirsi per pagare il conto dei lavori in cambio di una percentuale, quella un po' meno buona è che per farlo bisogna presentare una lista di documenti che potrebbe occupare un'enciclopedia. Sette diceva qualcuno, e invece no: sono 36. Praticamente è una casa di carta. Il conto iniziale è stato fatto all'inizio numerando le categorie; ma come in ogni labirinto che si rispetti, ad ogni bivio c'è un sentiero oscuro. Per dire, documento numero 1: «attestato della proprietà dell'immobile». Detto così sembra facile, ma la situazione s'ingarbuglia a seconda che (prendete fiato) uno sia davvero il proprietario, il solo detentore, un familiare convivente, un coniuge separato assegnatario dell'immobile, un convivente di fatto o soltanto un futuro acquirente con preliminare di vendita già sottoscritto. Ad ogni casistica si aggiunge un pezzo di carta e quindi anche la voracità del software.

Tralasciando poi la serie di dichiarazioni sostitutive di atto notorio, ecco che si arriva poi a intravedere la nuova casa (tipo quella degli specchi, al quel punto). Però si arriva al punto 7, e qui anche le mappe guidate dal Gps avrebbero una crisi di identità. Insomma: alla voce «documenti tecnici» comincia un calvario di richieste, divise tra l'altro tra «inizio lavori», «avanzamento lavori dopo almeno il 30%» e «fine lavori». Alcuni esempi in ordine sparso? Eccoli: analisi preventiva e fattibilità per il salto di 2 classi energetiche, prospetti in dwg, dati e trasmittanza serramenti sostituiti, fatture SAL e computi metrici quantità realizzate, asseverazione modulo allegato 2 comma 13, documentazione fotografica, ricevuta informatica con il codice identificativo dell'intervento. E altro: mica è finita qui.

Voi direte: è giusto essere certi che qualcuno non faccia il furbo. E infatti, se non siete i proprietari diretti, i documenti salgono a 38. Però, quando poi si sente che lo Stato va sburocratizzato, ogni tanto viene in mente la storiella di Ennio Flaiano: «Gli presentano il progetto di snellimento della burocrazia. Ringrazia vivamente ma deplora l'assenza del modulo H. Conclude che passerà il progetto per l'esame dell'ufficio competente.

Che sta giusto creando».

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