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SuperMario sdogana l'alt migranti

Qualcuno ama ripetere che il cuore di Draghi batterebbe verso il Pd e che Letta sarebbe assai più ascoltato, rispetto a Forza Italia e Lega

SuperMario sdogana l'alt migranti

Qualcuno ama ripetere che il cuore di Draghi batterebbe verso il Pd e che Letta sarebbe assai più ascoltato, rispetto a Forza Italia e Lega. Non sapremmo sciogliere l'enigma, anche se è certo che se la Lega continuerà a imitare Conte, nel minacciare un giorno sì e l'altro pure, il premier si avvicinerà sempre più alla sinistra. Ma la dimostrazione che la sua posizione non è per nulla collimante con quella di Letta, l'abbiamo avuta durante l'incontro con Erdogan e in particolare trattando di immigrazione. In Turchia Draghi ha smontato uno dei capisaldi della ideologia del Pd: che l'immigrazione sia sempre e comunque positiva, che il paese può accogliere ancora più immigrati, perché ne avrebbe bisogno e perché «ci arricchiscono culturalmente» (come sosteneva l'allora presidente della Camera, Laura Boldrini). Draghi ha riconosciuto invece che il limite è stato toccato, perché sa benissimo, come lo sa Macron, e in realtà come anche Letta (ma non può dirlo) che un eccesso di immigrazione senza controllo e prevalentemente clandestina produce una serie di fratture nella comunità, e in realtà negli stessi immigrati regolari, da molti anni sono perfettamente integrati nella società italiana. In ultimo, Draghi sa che uno scenario caotico simile a quello del 2013, quando proprio Letta era presidente del Consiglio, è il migliore per fornire di nuovo carburante il populismo, che di recente il premier ha indicato come pericolo principale. E, tra guerra, ripresa della pandemia, crisi energetica ed economica, rischi di una nuovo picco di sbarchi in ragione del blocco cerealicolo e delle tensioni in Tunisia e in Libia, una posizione poco ferma sarebbe da suicidio. Anche l'accordo con Erdogan farà storcere il naso ai progressisti: per i quali il presidente turco non tratta esattamente i migranti con i guanti. Non hanno torto: ma, per dirla brutalmente, funziona. Inoltre, il «Sultano» non fa parte della Ue, mentre uno dei grandi dogmi della sinistra è che la immigrazione debba essere affrontata solo in quadro comunitario. Insomma ci pare che su questo tema la posizione di Draghi sia più vicina a quello di un centrodestra di governo europeo che non a quella dei socialisti. Centrodestra di governo europeo: quindi per nulla tentato da proposte di impossibile realizzazione, come il blocco navale o a forzature spettacolari, come quelle che vedemmo durante il governo Conte I, che finirono solo per isolare l'Italia, senza peraltro governare i flussi migratori.

Quella di Draghi ci appare così la sola linea realistica, contro l'aperturismo della sinistra e al tempo stesso contro gli sterili strepiti dei sovranisti.

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