Colpo di stato o regolamento di conti? Non è ancora molto chiaro quanto avvenuto nella giornata di sabato nel nord dell'Etiopia. Il premier Abiy Ahmed è intervenuto in diretta tv sul canale nazionale Ebc spiegando di aver sventato un golpe perpetrato dai militari contro il Governo dello Stato africano nella regione settentrionale degli Amhara. Patria dell'etnia che ha fornito i principali negus come Hailè Salassie e prima ancora Menelik.
Ahmed è apparso in abiti militari annunciando che diversi ufficiali dell'esercito sono stati uccisi a Bahir Darw, altri arrestati, e che la rivolta è stata sedata. A tentare di sventare la minaccia sarebbe stato il Capo di Stato maggiore della Sicurezza Seare Mekonnen, ucciso nella propria abitazione dalla sua stessa guardia del corpo, ma per alcuni sarebbe il vero regista del putch. La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo e i riflettori sono stati puntati sulle prossime mosse che farà il Premier, ricevuto lo scorso gennaio a Roma dal Presidente Conte per un bilaterale Italia-Etiopia.
Dopo i casi di Algeria e Sudan, con l'uscita di scena più o meno cruenta di Bouteflika e Bashir, l'Africa torna a vivere momenti di tensione con il tentativo di ribellione al potere esecutivo da parte dei militari. Se tutto venisse confermato, Ahmed avrebbe evitato un golpe sanguinario da parte del suo stesso esercito. Resta però ovviamente misteriosa la soluzione militare con l'omicidio immediato del Capo di Stato maggiore. La Comunità Internazionale guarda con preoccupazione alle vicende in corso ad Addis Abeba, anche perché parecchi analisti ritengono che ad agire per primo sia stato proprio Ahmed, decapitando una parte dell'esercito che stava organizzando un golpe in piena regola ad Addis Abeba calendarizzato ad agosto.
Sta di fatto che nelle ore della presunta ribellione la rete internet etiope è stata oscurata, così come è sparito il segnale radio-televisivo, ripristinato solo quando Ahmed ha parlato alla nazione. A fine maggio, nella stessa regione del nord, si erano verificati scontri etnici sedati solo con l'intervento dell'esercito.
Il premier è al potere dal 2018 ed è per la prima volta un membro dell'etnia maggioritaria degli Oromo, che da tempo rivendicava il diritto di essere rappresentata nella stanza dei bottoni. Ahmed ha dato vita in breve tempo a parecchie riforme: firmando la pace con la vicina Eritrea, consentendo l'ingresso di imprese straniere nel Paese, aprendo l'economia e avviando una ridistribuzione del potere che, dalla cacciata del dittatore Menghistu, era in mano alla minoranza tigrina.
L'anno scorso c'era già
stato un tentativo di golpe stroncato sul nascere. Era accaduto proprio il 23 giugno nella grande piazza Meskel ad Addis Abeba mentre il premier, che restò illeso all'esplosione di un'autobomba, stava tenendo un discorso.
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