
Arrivano gli hacker con le stellette. A dare alle Forze armate italiane più poteri in materia di cyberwarfare è un disegno di legge presentato ieri dal presidente della commissione Difesa della Camera, l'azzurro Nino Minardo. Il testo consente alla Difesa di operare nel cyberspazio anche in tempo di pace, per proteggere istituzioni, infrastrutture critiche e cittadini. Il ddl prevede corsi di formazione specifici per i militari e, soprattutto, l'arrivo dei "soldati hacker", esperti esterni specializzati, con la creazione di vere e proprie "squadre miste" composte da soldati e tecnici.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva più volte invocato una svolta normativa, anche sull'onda del conflitto ucraino: dall'inizio della guerra con Kiev, l'Italia, come è noto, è finita più volte nel mirino delle cyber-gang russe o comunque legate a Mosca, che accompagna la guerra classica a quella cibernetica. Allargare le competenze delle nostre Forze armate a questa minaccia va dunque nel senso auspicato da Crosetto. Il tutto sotto l'attento controllo delle Camere. "Il ministro della Difesa - assicura infatti Minardo - riferirà periodicamente alle Commissioni competenti della Camera e del Senato e al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica conclude il parlamentare di Forza Italia - così da assicurare trasparenza e controllo democratico sull'impiego delle Forze armate nel dominio cibernetico".
Secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, nei primi sei mesi del 2025 sono stati rilevati 1.549 eventi cyber (+53 per cento rispetto al 2024), con 346 attacchi effettivamente andati a segno, quasi il doppio dell'anno precedente (+98 per cento). I settori più colpiti sono evidentemente strategici: la Pubblica amministrazione, le telecomunicazioni, la sanità e l'energia. Colpisce anche il boom (più 77 per cento) degli attacchi DDoS, ossia le azioni coordinate che intasano con ingestibile traffico artificiale un sito o un servizio online paralizzandolo, una tecnica cara ai gruppi filorussi.
Se questo è lo scenario, con il nuovo ddl sulla cybersicurezza verrà battezzata una nuova "Cyber-arma" accanto a esercito, marina e aeronautica. Quando il ddl avrà finito il suo iter, inizierà il reclutamento.
E chissà in che modo si supereranno i dubbi sollevati a inizio anno proprio da Crosetto che, accennando al progetto di estendere al suo dicastero i compiti di cybersicurezza davanti alla commissione Difesa, si era lamentato del tetto alla retribuzione dei manager pubblici: "Con 240mila euro non trovi neanche il più sfigato degli hacker".