Tagli alle ferie, magistrati in trincea

Il decreto del Guardasigilli fissa un periodo ridotto di 15 giorni. Pronto il ricorso al Tar: «È incostituzionale»

Tagli alle ferie, magistrati in trincea

RomaDa settimane aspettavano solo l'occasione e adesso è arrivata. I magistrati raccolgono le adesioni per un ricorso collettivo al Tar contro il taglio delle ferie da 45 a 30 giorni deciso dal governo Renzi per illegittimità costituzionale. Il decreto del ministero della Giustizia è firmato dal Guardasigilli Andrea Orlando il 13 gennaio scorso, con il quale si fissa per il 2015 il periodo feriale dal 27 luglio al 2 settembre. La soppressione dei 15 giorni è realtà. Finora le toghe speravano e lavoravano perché fosse il Csm ad intervenire, con un'interpretazione della norma che sfruttasse un presunto errore nel decreto legge 134 sul processo civile in vigore da settembre e convertito a novembre. Errore che restringerebbe l'applicazione del taglio ai 250 magistrati fuori ruolo e lascerebbe tutto invariato per gli altri 9mila. Malgrado le pressioni e la mobilitazione delle toghe Palazzo de' Marescialli finora non ha dato direttive. Anche perché sono arrivati due pareri in contrasto. Quello di una commissione dell'Anm dice che la riduzione vale solo per chi non esercita le funzioni giudiziarie, visto che l'articolo 8 bis è stato aggiunto a quello precedente (e non lo abroga), che fissa in 45 giorni le ferie dei magistrati in ruolo. L'altro parere dell'ufficio studi del Csm sostiene che il taglio è per tutti. Mentre al Csm si valutava il da farsi, da via Arenula è stata lanciata la bomba. E ha subito messo in moto il meccanismo di rivolta delle toghe, che leggono nella legge una lesione dei loro diritti. Gira sul web il modello del ricorso preparato dall'ufficio sindacale, fondato su 3 motivi: illegittimità costituzionale, per contrasto con l'articolo 77 della Costituzione su necessità e urgenza dei decreti legge; interpretazione sistematica della norma che appunto include nella riduzione solo i magistrati distaccati in ministeri e organismi vari; richiesta di «monetizzazione economica» della perdita secca di 15 giorni di ferie, con un'indennità pari a metà stipendio mensile. Secondo le toghe, il provvedimento amministrativo di Orlando legittima l'azione giudiziaria dinanzi al Tar, senza bisogno di aspettare quelli singoli dei capi uffici che neghino le ferie oltre i 30 giorni in casi concreti. Rimane il dubbio che il periodo indicato dal ministero sia quello della chiusura degli uffici giudiziari e non del numero in assoluto di giorni di riposo. Infatti, si riferisce ai magistrati di Cassazione, Corti d'Appello, tribunali e addetti ai Commissariati. Gli stessi magistrati notano che aggiungendo ai 30 giorni i 6 di festività soppresse e permessi, le 5 domeniche e il giorno di Ferragosto, il periodo comunque doveva essere di 42 giorni e non di 38, come sarebbe dal 27 luglio al 2 settembre.

Rimane aperta poi una questione: i 15 giorni di ferie in più delle toghe (rispetto

agli altri dipendenti pubblici) servivano a scrivere sentenze e atti vari. E quindi si era parlato di impedire udienze prima delle vacanze e bloccare i termini per il deposito di sentenze. Rendendo effettivi quei 30 giorni.

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