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"Tagli a Marzabotto". Ma è il sindaco dem a non chiedere soldi

Il Pd si è dimenticato di chiedere le coperture economiche per il Memoriale dei Caduti di Marzabotto, e ha provato a scaricare la colpa sul governo

"Tagli a Marzabotto". Ma è  il sindaco dem a non chiedere soldi

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Il Pd si è dimenticato di chiedere le coperture economiche per il Memoriale dei Caduti di Marzabotto, e ha provato a scaricare la colpa sul governo. Stefano Bonaccini (nella foto), ieri a In mezz'ora, si è lamentato di tagli che ha definito ingiustificabili. Il governatore dell'Emilia-Romagna ha attaccato a testa bassa l'esecutivo Meloni. «La sindaca Valentina Cuppi ha ricevuto dal ministero della Difesa la comunicazione del taglio di due terzi del finanziamento per il mantenimento e la cura del Sacrario di Marzabotto», scrive il dem via social. E ancora: «La memoria non è questione contabile». La verità però è emersa poco dopo. Il ministro della Difesa Guido Crosetto è intervenuto, smentendo nettamente l'esponente del centrosinistra. «Nell'ansia della sinistra di dimostrare che pericolosi fascisti sono al potere in Italia, scopro che il sindaco del Pd di Marzabotto prima si dimentica di chiedere i fondi per il Sacrario. Poi li chiede in ritardo. Poi urla che li abbiamo tagliati. I fondi ci sono e ci saranno». Una polemica strumentale, quella dem, nata quindi da una dimenticanza dello stesso primo cittadino di Marzabotto. E nessuno, al ministero della Difesa, aveva disposto di ridmensionare i finanziamenti per il Memoriale. Le parole di Crosetto hanno chiarito.

Ma ieri Bonaccini ha anche risposto alle domande sul suo futuro politico. «Mi candido? Sì, a fare il nonno». Ha dribblato le voci su una sua discesa in campo per il Parlamento europeo. in verità, dopo l'inaspettata sconfitta contro Schlein alle primarie, il dem punta tutto sul terzo mandato in Regione. C'è un però: nonostante i tanti endorsement dei compagni di partito e non solo, il governatore per ora è fuori da giochi. L'Emilia-Romagna dovrebbe cambiare la legge elettorale per le regionali.

Sì, perché a oggi vige ancora il limite dei due mandati.

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