Tajani candida l'Italia a un ruolo da "facilitatore" su dazi e crisi

Evento in una città impietrita dal blackout. E il ministro liquida il Pd che nega l'exploit del governo

Tajani candida l'Italia a un ruolo da "facilitatore" su dazi e crisi
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Il congresso del Partito popolare europeo parte in una Valencia impietrita dal blackout, senza luce e wi-fi, con i semafori spenti e gli ascensori fermi, mentre finiscono le processioni di spose e bambine in abito da prima comunione per la festa del patrono San Vincenzo di Ferrara.

In questo clima spettrale il leader di Forza Italia Antonio Tajani (nella foto) incontra gli imprenditori italiani e parla di come scongiurare la guerra dei dazi, anche con il piano del governo per favorire l'export con l'obiettivo di 700 miliardi in questa legislatura. Il vicepremier e ministro degli Esteri si dice ottimista sui dazi e sul compito «facilitatore» che può svolgere l'Italia. «Mi pare che già la sospensione di tre mesi sia positiva, ora bisogna dialogare, ho fiducia nel commissario Sefcovic, ci siamo sempre mossi in perfetta sintonia con l'Ue». Tajani indica poi i sette pilastri sui quali l'Europa può costruire nuova occupazione e maggiore crescita. «Il Ppe- dice- s'impegna a realizzare un patto per la competitività. Ecco i 7 punti alla base del piano: politica industriale europea, protezione delle esportazioni, shock per la semplificazione, riduzione del costo dell'energia pulita, liberare le catene di approvvigionamento da eccessive dipendenze, colmare la carenza di investimenti, attrarre, sviluppare e mantenere i migliori talenti». È il contenuto del progetto della presidenza del Ppe, presentato dal vicepresidente del partito maggioritario all'Europarlamento.

Tajani, parlando con i giornalisti delle critiche dell'opposizione sul ruolo dell'Italia anche nel colloquio a Roma tra Trump e Zelensky, tira fuori una frase proprio romana: «Nun ce vonno sta'. L'opposizione fa l'opposizione, ma i risultati sono talmente evidenti. Penso anche ai colloqui a Roma tra Usa e Iran sul nucleare.

Mi sembra un riconoscimento per il nostro Paese, che sta svolgendo un ruolo internazionale importante». Quanto alle banche e agli ultimi movimenti nei grandi gruppi, Tajani difende il libero mercato: «Meno interviene la politica meglio è».

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