Roma «Mi piacerebbe avere più turisti cinesi e meno acciaio cinese in Europa». Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, nel corso di un convegno organizzato a Roma dalla componente italiana del Ppe, ha ribadito la necessità di valutare attentamente la nuova regolamentazione sui dazi antidumping nei confronti della Cina. «Ci sono ancora troppi ostacoli alla commercializzazione dei nostri prodotti in Cina, mentre quando i loro arrivano in Europa c'è un processo di dumping che bisogna bloccare», ha aggiunto.
Il deficit commerciale dell'Ue nei confronti di Pechino ammonta a 170 miliardi di euro sia a causa degli ostacoli frapposti alla produzione europea sia per gli aiuti di Stato concessi dalla Cina ai suoi produttori che possono esportare vendendo sottocosto per assorbire la sovrapproduzione. «Serve una politica commerciale che faccia prevalere la qualità dei prodotti europei sui mercati: siamo per l'apertura commerciale, ma ci devono essere regole», ha concluso Tajani augurandosi che «la Commissione ed il Consiglio Ue seguano la posizione del Parlamento».
A questo proposito Salvatore Cicu (Fi/Ppe), l'estensore delle nuove misure antidumping e rappresentante dell'Europarlamento nel trilogo con l'esecutivo Ue e con il Consiglio, ha rimarcato che «cercheremo il miglior risultato per le nostre imprese» e che il
Parlamento non accetterà compromessi al ribasso con «i Paesi del Nord più orientati a privilegiare gli scambi commerciali con la Cina». In gioco ci sono settori importanti come acciaio, ceramica, pannelli solari e biciclette.
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