Il tappeto rosso steso all'Iran e le dieci emergenze ignorate

La visita del leader della Repubblica islamica si conclude senza un accenno del nostro premier alle esecuzioni di massa, all'antisemitismo e ai diritti delle donne

Gaia CesareNiente vino servito in tavola al Quirinale. E d'altra parte il ministero della Cultura e della Guida islamica di Teheran ha imposto qualche giorno fa che vengano censurati i libri in cui figura anche solo la parola «vino», espressione dell' «offensiva culturale occidentale» e il cui consumo è punito in Iran con almeno 80 frustate e con la pena di morte in caso di recidiva. Coperti pure i nudi dei Musei Capitolini durante la visita con il premier Matteo Renzi. Per non urtare la sensibilità dell'ospite, ça va sans dire. L'Italia stende il tappeto rosso al presidente della Repubblica islamica dell'Iran Hassan Rohani in nome del disgelo sulla questione nucleare e con l'obiettivo di un giro d'affari che regalerà alle aziende del nostro Paese contratti per 17 miliardi di euro. Ma la fine dell'isolamento internazionale di una delle più rigide e spietate teocrazie islamiche passa per il nostro Paese come un treno ad alta velocità su gran parte dei capisaldi delle moderne democrazie liberali. La costante violazione dei diritti umani, l'antisemitismo dilagante, le persecuzioni contro omosessuali e oppositori politici sono alcune delle emergenze sorvolate nei colloqui di questi giorni. Ecco le questioni che fanno del nuovo «interlocutore riformista» il leader di uno dei più duri regimi del pianeta. 1 PENA DI MORTE. L'Iran è il secondo Paese al mondo per numero di esecuzioni dopo la Cina. Il 2016 è cominciato con una media di tre esecuzioni al giorno. L'anno scorso sono finiti sul patibolo quasi 1000 iraniani (dati forniti da Iran Human Rights Italia). Durante la presidenza Rohani, cioè dal 2013, si è registrato il più alto numero di esecuzioni in 25 anni: 2277 impiccati (Nessuno Tocchi Caino). 2 BRUTALITÀ. L'impiccagione è il metodo preferito con cui viene applicata la sharia, la legge di Stato basata sul Corano. Di solito l'esecuzione con cappio al collo avviene in piazza perché sia di esempio, spesso con delle gru perché possa essere più lenta e dolorosa. Il codice penale iraniano prevede anche l'amputazione delle mani. 3 MINORENNI. Amnesty International ha identificato almeno 49 giovani nel braccio della morte arrestati quando avevano meno di 18 anni e un rapporto Onu del 2014 riferisce di oltre 160 detenuti finiti in manette da minorenni e destinati ora al patibolo.4 DONNE. Nel 2013 è stata reinserita la lapidazione come pena esplicita per l'adulterio. In Iran una donna maggiorenne non può uscire dal Paese senza il permesso di un parente maschio, né può sposarsi senza il via libera del padre. Alle donne non viene ancora consentito di assistere a eventi sportivi nonostante le autorità abbiano annunciato l'anno scorso la fine del divieto. 5 ANTISEMITISMO. Rohani ha diplomaticamente negato la Shoah quando una giornalista della Nbc gli ha chiesto se davvero fosse «un mito», come l'ha definita il predecessore Ahmadinejad: «Non sono uno storico, sono un politico», ha detto. In risposta alle vignette di Charlie Hebdo, il Paese ha indetto per il 2016 un concorso di fumetti con tema: «La negazione dell'Olocausto». L'Ayatollah Khamenei, in un'intervista al New York Times lo scorso settembre, ha dichiarato: «Se Allah vuole, non ci sarà più alcun regime sionista tra 25 anni». 6 OMOSESSUALITÀ. L'Iran è uno dei cinque Paesi al mondo dove essere omosessuale è più pericoloso. Amare una persona del proprio sesso è reato ed è punito con la pena di morte, spesso con l'impiccagione. La Guida Suprema Khamenei ha definito l'omosessualità una malattia e con una fatwa ha reso obbligatorio l'intervento per cambiare sesso. 7 OPPOSITORI POLITICI Sono centinaia gli attivisti, i difensori dei diritti umani, i sindacalisti e i membri di minoranze politiche o religiose condannati a pene detentive o alla pena di morte per questioni politiche. In queste ore il nipote del fondatore della Repubblica islamica Hassan Khomeini, considerato vicino ai riformisti, è stato escluso dalle elezioni di lunedì prossimo perché non avrebbe «sufficienti competenze religiose». 8 LIBERA STAMPA. In carcere ci sono almeno 40 fra giornalisti e blogger. Negli ultimi 14 anni la magistratura iraniana ha chiuso almeno 150 testate riformiste. 9 POETI E ARTISTI. In Iran si finisce in carcere o condannati alla frusta anche per un documentario mai uscito e di cui si conosce solo il trailer. È quello che succede al regista curdo iraniano Keywan Karimi, reo di «aver offeso le istituzioni sacre dell'islam». 10 TERRORISMO.

Come ha ricordato Obama lo scorso maggio, «l'Iran è chiaramente impegnato in comportamenti pericolosi e destabilizzanti in diversi paesi della regione», «contribuisce a sostenere il regime di Assad in Siria, sostiene Hezbollah in Libano e Hamas a Gaza, aiuta i ribelli Houthi in Yemen».

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