Tassa extraprofitti, Bce smascherata: Giorgetti ha chiesto il parere a Lagarde già il 10 agosto

Il Mef rivela: la lettera della Banca centrale? L'abbiamo chiesta noi. Resta la tensione per il repentino rialzo dei tassi di interesse

Tassa extraprofitti, Bce smascherata: Giorgetti ha chiesto il parere a Lagarde già il 10 agosto
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La polemica sulla tassa per gli extraprofitti bancari del governo italiano prosegue. Da un lato, infatti, sono aperti i canali istituzionali tra l'Abi e l'esecutivo per una possibile revisione della norma, ritenuta opportuna anche da alcune parti della maggioranza come Forza Italia. Dall'altra, come riporta il Corriere della Sera, la Banca centrale europea starebbe per inviare al governo italiano una lettera per criticare il merito e la mancata consultazione prevista dal trattato Ue. Alle sollecitazioni di stampa, però, è seguita una nota del Mef che ha precisato come «La richiesta di valutazioni di competenza della Banca centrale europea in relazione alla disposizione di materia di prelievo straordinario alle banche è stata inviata al presidente della Bce, Christine Lagarde, il 10 agosto» con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Tra le critiche della Bce ci sarebbe quella di una potenziale stretta sul credito seguita all'applicazione del prelievo. Ma l'osservazione stona se a farla è la presidente che ha varato la strizzata più repentina al costo del denaro mai vista nella storia della Bce: +4,25% in appena un anno. Insomma, è a Francoforte che bisogna citofonare se ci fosse una stretta sul credito. Dai ripetuti rialzi sui tassi nasce l'ondata di extraprofitti, con l'aumento a dismisura del margine d'interesse per le banche a cui è seguito l'aumento a passo di lumaca dei tassi attivi sui conti correnti. La stessa presidente Lagarde, nel corso di in un'intervista al Tg1, aveva affermato che «il crescente aumento dei tassi d'interesse dovrebbe essere accompagnato da un incremento della remunerazione dei depositi in banca dei risparmiatori». Ora sembra aver cambiato idea.

La ricetta da manuale di macroeconomia contro l'inflazione prevede l'aumento dei tassi d'interesse, ma è anche vero che una crisi causata principalmente da costi energetici e non da un eccesso della domanda di beni e servizi - poteva essere affrontata con rialzi più graduali. Cosa, per altro, che si era riproposta la stessa Bce all'inizio della fase di restrizione monetaria (iniziata in ritardo, quando i prezzi erano già iniziati a decollare). E invece il rallentamento economico in atto, con la Germania ferma e l'Olanda in recessione, a cui si aggiunge il record di fallimenti in Ue (+8,4% in generale e +2,9% in Italia) potrebbero essere solo l'antipasto di una recessione che riporterebbe crediti deteriorati, calo a picco dei profitti e disoccupazione.

Quest'ultimo scenario sarebbe alquanto temibile per le stesse banche, sulle quali potrebbe esserci un impatto ben superiore rispetto a quello stimato per la tassa sugli extraprofitti (circa un paio di miliardi da fonti vicine al governo). Conti alla mano, le prime cinque banche italiane (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper e Monte dei Paschi di Siena) hanno totalizzato nei primi sei mesi del 2023 oltre 10,5 miliardi di profitti. Già ora hanno superato quanto fatto in tutto il 2022 (10,5 miliardi) e nel 2021 (7,08). La media delle stime degli analisti, dopo la precisazione del Mef che aveva specificato un tetto allo 0,1% degli attivi per l'imposta, prevede un impatto medio del 12% sugli utili stimati per il 2023 delle principali banche quotate. Insomma, niente di insostenibile, a maggior ragione se si pensa che l'anno in corso potrebbe concludersi con un aumento dei profitti in percentuali ben maggiori.

Circostanza a cui va aggiunto che, probabilmente, l'imposta potrebbe essere rivista: si parla, infatti, della possibilità di introdurre una deducibilità parziale oppure di limitare il suo raggio d'azione alle sole banche più grandi. Insomma, è ben difficile che l'imposta sugli extraprofitti come sostenuto dalla Bce possa provocare un calo del credito, cosa che invece potrebbe fare una politica miope sui tassi.

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