Politica

Una tassa sui buonisti: "Chi vuole i profughi, paghi"

I "buonisti" potrebbero devolvere il loro 5x1000 per sostenere l'accoglienza

Laura Boldrini e Concita De Gregorio
Laura Boldrini e Concita De Gregorio

Una tassa per i buonisti. La definisce così il consigliere provinciale di Bolzano che, pensando forse alla Boldrini e a molti altri esponenti della sinistra dall'accoglienza facile. Non è uno scherzo, ma una proposta chiara e - forse - anche con una sua logica. La sinistra alto-atesina dice che molte persone sono disposte ad accogliere i profughi? Lo dimostrino, dice il Andreas Poder.

Così Poder, consigliere della Burgerunion, ha presentato un emendamento all'assestamento di bilancio del 2015 in cui chiede di introdurre la "tassa per buonisti". Dal punto di vista pratico non sarebbe nemmeno difficile istituirla. L'idea è quella di inserire tra i possibili destinatari del 5x1000 degli abitanti dell'Alto Adige anche i profughi. Diamo la possibilità a tutti i buonisti di pagare una tassa - dice Poder - così possono dimostrare la loro volontà di accogliere nuovi profughi aggiungendo una quota volontaria all'addizionale Irpef".

In questo modo sarebbe facile capire quale fetta della popolazione è disponibile ad aprire le porte a tutti i migranti che bussano alle nostre porte. "Il Sudtirolo - continua l'deatore della proposta - come altre regioni accoglie profughi e fa il suo dovere umanitario, subendo le tante difficoltà collegate. Ci sono però sempre i buonisti di turno, che ogni giorno chiedono l'accoglimento di nuovi profughi, cioè di un maggior numero di profughi, ignorando le difficoltà collegate e scaricando poi la responsabilità organizzativa, ma anche quella finanziaria, su tutti gli altri". Così, invece di pagarla tutti i cittadini, lo faranno solo quelli che vogliono ospitare i profughi. Così come avviene per la Chiesa cattolica, per i partiti politici e per tante altre associazioni. "Così vediamo - prosegue Poder - le somme versate e possiamo quantificare la disponibilità dei nostri cittadini ad accogliere nuovi profughi."

Le reazioni alla proposta del consigliere provinciale non si sono fatte attendere. Il direttore della Caritas altoatesina Paolo Valente sostiene che "l'Alto Adige è pieno di persone tolleranti ed accoglienti. Sarebbe bene che le forze politiche non strumentalizzassero le situazioni di sofferenza per guadagnare qualche voto in più". "L'accoglienza dei profughi - ribadisce Valente - non pesa sulle tasche degli altoatesini, perchè è interamente coperta da fondi statali ed europei". Dimentica, forse, chi è che paga le tasse con cui sono finanziate le operazioni di accoglienza.

Per l'assessore provinciale al welfare Martha Stocker (Svp), invece, "ogni provocazione deve avere un limite, altrimenti se chiediamo una tassa per l'accoglienza dei profughi, serve anche un'imposta per chi è a favore di una sanità pubblica funzionante, una tassa per la sicurezza per chi vuole vivere in pace, per non parlare di un'addizionale per una scuola che dia un futuro ai nostri figli".

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