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Tav, via ai finanziamenti Ue. Salvini affonda: "Farla subito"

Arrivano i soldi per la tratta italiana: sarà finanziata al 55% da Bruxelles. I grillini sono con le spalle al muro

Tav, via ai finanziamenti Ue. Salvini affonda: "Farla subito"

La resistenza di Luigi Di Maio, coltello in bocca, ultimo giapponese: «Questo è un regalo ai francesi e, se permettete, io penso prima al nostro Paese». L'imbarazzo di Danilo Toninelli: «Gli esperti hanno definito l'opera economicamente negativa e io, guardando il ponte di Genova, resto dell'idea che le risorse vadano utilizzate meglio». Il tentativo dimediazione, fallito, di Laura Castelli: «Facciamo una Tav leggera». Ma i grillini sono con le spalle al muro. Il consorzio Telt, riunito a Parigi, dà infatti disco verde agli appalti per il versante italiano della Torino-Lione. Un miliardo e tre, una bella cifra, che si aggiunge ai soldi già stanziati per il lato francese e alla decisione della Ue di finanziare il 55 per cento dei lavori: e ora per l'alta velocità è quasi fatta. I Cinque stelle si preparano alla ritirata, il problema è come ammainare la bandiera senza perdere la faccia. «Deciderà per il meglio Giuseppe Conte, il premier è lui», dice il ministro dei Trasporti, quasi rassegnato.

In carrozza, si parte. L'avis de marchés, diviso in due lotti, uno per la costruzione e l'altro per la valorizzazione dei materiali di scavo, sarà pubblicato nei prossimo giorni sulla Gazzetta Ufficiale. Ivana Radikova, coordinatrice europea del Corridoio mediterraneo, ha portato a Parigi una buona notizia, l'aumento del cinque cento dei contributi Ue, e aspetta «veloci riscontri». Del resto lunedì scorso da Bruxelles erano stati chiari: sbrigatevi a decidere, avete un mese di tempo prima di perdere i fondi.

Il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, reduce dalla riunione del Telt che ha sbloccato i bandi, parla di «giornata storica». Adesso manca il via libera formale di Palazzo Chigi. Il governatore è già in pressing. «Domani scriverò al Conte, perché l'Ue sollecita una parola chiara dal governo italiano sulla volontà di proseguire con l'opera. La Regione chiede, quindi, al presidente del Consiglio di dare certezza all'Europa e consentire a Telt di inviare i capitolati alle imprese che parteciperanno ai bandi approvati oggi». Cirio «si batterà» pure per nominare al più presto il presidente dell'Osservatorio e «per procedere con le compensazioni territoriali oggi ferme e per portare lo stanziamento complessivo, come promesso, a cento milioni».

Soddisfatto pure Matteo Salvini. «La Tav leggera? Un treno passa sotto la montagna oppure no. A me piacciono i treni che corrono. C'è un progetto in itinere, spero che la lezione delle Olimpiadi sia servita. I numeri ci dicono che l'economia italiana è sana, vogliamo crescere, non siamo più nel Medioevo». I 5s si diano una regolata. Di Maio però tiene duro.

«Sono vent'anni - scrive su Facebook - che sentiamo discutere di Tav, era urgente già nel 90! Il piano, secondo gli accordi pesi dai governi che ci hanno preceduto, è un grandissimo regalo ai francesi». Il vicepremier grida al complotto: «Ci risiamo, tutto il sistema contro il Movimento, è sempre stato così. Tra Tav e Olimpiadi le strumentalizzazioni si sprecano, ma se pensano di farci paura si sbagliano». Tutta colpa, argomenta, «del partito del cemento che non vede l'ora di mettere le mani sul nostro territorio: come sempre siamo il loro grande nemico e ne andiamo fieri, dei palazzinari che usano i loro giornali per farci la guerra non ci frega nulla».

E ora, che fare? Semplice, basta scaricare sul premier. «Noi - insiste Di Maio - non abbiamo mai pensato a una Tav leggera, ho fiducia che Conte trovi una soluzione». Dietro di lui. M5S sembra ricompattarsi. Alessandro Di Battista «concorda al cento per cento».

E Toninelli continua «a pensare alle migliaia di chilometri di strade italiane in dissesto perché non sono stati spesi i soldi per la manutenzione».

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