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Tav e Tap: il M5S spinge per bloccare tutto ma Salvini frena

Maggioranza divisa sui lavori per la Tav e il Tap. Di Battista sguinzaglia i grillini e li invita a votare no. Salvini frena: "Io sono per fare più che per disfare". Ma il ministro Lezzi: "Servono strade, ferrovie e scuole per il Sud"

Tav e Tap: il M5S spinge per bloccare tutto ma Salvini frena

Il duello è appena iniziato. A innescare la polemica è stato Alessandro Di Battista, che pur essendo fuori dal Parlamento continua a farsi sentire sui temi d'attualità politica e, in particolare, a pungolare i grillini. "Abbiamo fatto battaglie importanti contro il Tap, contro il Tav, opere del tutto inutili, sulla legge anti corruzione, a sostegno dei cittadini , dei risparmiatori, contro i monopoli, la bancocrazia". E incita il Movimento 5 Stelle ad andare avanti lungo la propria strada, dritto come un "treno", ribadendo anche "i no sani".

Oggi dalle colonne de La Stampa il vicepremier Matteo Salvini ha risposto in questo modo: "Ci sono fior di tecnici e di docenti che stanno valutando il rapporto costi-benefici. Dai nostri dati, sembra che i benefici superino i costi nel caso delle pedemontane, del terzo valico e del Tap, che ridurrebbe del 10% il costo dell’energia per tutti gli italiani". E sulla Tav ha aggiunto: "Bisogna calcolare fino all’ultimo centesimo. Aspetto i risultati degli studi. In linea di massima, culturalmente sono più per fare che per disfare. Se non fare la Tav ci costasse due, tre o quattro miliardi, è chiaro che andrebbe fatta".

Ma al leader della Lega replica un altro ministro, Barbara Lezzi (M5S), a capo del dicastero per il Sud: "Caro Matteo Salvini - scrive su acebook - in Italia servono le infrastrutture ed in particolar modo ne hanno estremo bisogno il sud e le aree interne del centro-nord. È la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro al sud di 300.000 unità durante gli anni della crisi. Non si è mai osservato - aggiunge - il riparto della quota ordinaria degli investimenti per popolazione. Al sud spetterebbe almeno il 34% e siamo a poco meno del 29% . Strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche, dissesto idrogeologico, energia pulita. Questi sono gli investimenti che l'Italia aspetta".

Dalle colonne del Corriere della sera Danilo Toninelli, ministro dei Trasporti, osserva che "al di là della posizione personale di Salvini, la domanda a cui dare risposta resta se la Tav è un’opera redditizia o meno. Tutte le stime e le previsioni, per esempio, si fondano su valori dei flussi di merci e di persone che definirei farlocchi, poichè diminuiscono anzichè aumentare. Serve, quindi, un’analisi attualizzata per una valutazione più approfondita". Toninelli è convinto che debba essere "valutato e riformulato tutto, ma se per ripagare l’opera servono più di 50-60 anni, finendo con il mettere le mani nelle tasche degli italiani per finanziarla, è meglio bloccarla. Intanto, certo è che gli sprechi legati alle linee Tav sono sotto gli occhi di tutti e sono stati stigmatizzati dalla Corte dei conti Ue, secondo cui l’Italia spende il doppio per chilometro, in alcuni casi quasi il triplo, rispetto agli altri grandi Paesi Ue". Quanto ai temi della decisione, l’esponente M5s chiarisce: "Stiamo avviando tutte le valutazioni relative al progetto, sarà un lavoro con vari stati di avanzamento, ma contiamo di chiudere entro le fine dell’anno".

In serata Salvini è tornato a ribadire il concetto: "Io pensano che servano strade più belle, ferrovie più belle e infrastrutture più nuove. Io voglio andare avanti e non tornare indietro", ha detto a Capriata d'Orba in provincia di Alessandria.

Come andrà a finire? A che punto le due forze politiche che compongono la maggioranza gialloverde troveranno l'equilibrio? Entro qualche mese lo sapremo. La decisione, fanno sapere, sarà in linea con il "contratto di governo", dove si legge questa frase: "Ci impegniamo a ridiscutere integralmente il progetto nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia". Ma che vuol dire? "Fare bene i conti prima di andare avanti". L'unica certezza, a ben vedere, è la grande confusione e le voci discordanti su un tema importante per il futuro del Paese. In attesa che si faccia sentire il premier Conte..

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