Politica

Tavolata democratica Saviano nuovo leader del partito dei migranti

Lo scrittore invita alla mobilitazione: contro la Lega razzista e violenta dobbiamo resistere

Tavolata democratica Saviano nuovo leader del partito dei migranti

«Servono 3 milioni di immigrati all'anno per mantenere le pensioni europee» dice Roberto Saviano, da esperto di mafie a profeta della necessità dell'immigrazione di massa. Prende in prestito un'immagine dalla sua amica Emma Bonino: «L'Europa è una casa di riposo davanti a un giardino di infanzia, l'Africa, come puoi pensare di fermarli?». Ricevuto come un messia al grido «io sto con Saviano», e ascoltato in assorto silenzio dalla Milano accogliente ed etno-chic della «tavolata solidale» organizzata dal Comune e dalle associazioni pro-migranti al parco Sempione, il giornalista non si limita al sermone sulle «balle diffuse da questo governo sui rom, sull'invasione di immigrati che non c'è, contro le Ong che invece salvano vite e non hanno alcun rapporto con la criminalità», ma lancia un vero appello alla mobilitazione contro la Lega, «partito razzista e violento», e nello specifico contro Matteo Salvini, con cui ha in corso un duello personale sulla questione scorta.

Il vero anti Salvini, il leader dell'opposizione al governo gialloverde è ormai lui, anche se Saviano rifiuta l'investitura, «me lo chiedono, ma non servono leader, serve una comunità perenne che resista e non si faccia intimidire dalle fake news che puntano alla pancia delle persone». Saviano propone anche una prima azione, un «restitution day, un giorno in cui la Lega restituisce allo Stato i 50 milioni di euro di rimborsi elettorali che ha rubato, è una sentenza della Cassazione, la Lega ha i conti bloccati, come è possibile che di questo non si parli mai? Salvini non può dire che è la gestione passata del partito, lui ha fatto campagna elettorale in nome di quella storia. Restituisca i soldi, poi inizi a parlare». Saviano lancia un messaggio anche a Di Maio e al M5s, sobillando l'anima più di sinistra del movimento alla rivolta contro l'asse coi leghisti: «Spero che un pezzo degli elettori del Movimento 5 Stelle, che ha creduto davvero di cambiare le cose votando i 5 Stelle, si accorga di essere diventato stampella di un partito xenofobo e violento».

Il discorso torna sempre su Salvini: «Sa che più la spara grossa e più ha consenso. È furbo, tocca tutto ciò che sui social ha picchi: sullo scontro con me, sui migranti, sui vaccini, segue tutto, ma non approfondisce mai. Quello che fa è solo teatro e propaganda». Sull'idea di riconsiderare la sua scorta di polizia dà al leghista dell'ignorante (gli aveva già detto «buffone» e «ministro della malavita»): «È terribile che un ministro parli pubblicamente di protezione, sono temi delicatissimi. Non puoi non sapere l'Abc del tuo mestiere». Il censimento dei rom sarebbe una schedatura nazista, «è il gioco della stella, il marchio, il rom, l'ebreo, il musulmano. Significa voglio le liste. Questa violenza non appartiene agli italiani». Applausi. Finisce tra gli abbracci, prima di infilarsi nell'auto blindata con la scorta oggetto della disputa.

Alla kermesse era invitato anche Salvini, per provocazione, da Gabriella Nobile la mamma adottiva di due bambini africani che aveva accusato il leader della Lega di aver reso loro impossibile la vita («Grazie a lei sono terrorizzati»). Il ministro non c'era, ma è stato nominato spessissimo dai vari interventi, dall'Anpi alla responsabile di Emergency, alle varie associazioni che assistono gli immigrati, al leader dei «Sentinelli» che propone di aggiungere ai cartelli di ingresso a Milano la scritta «comune desalvinizzato». Varia umanità accogliente, da Giobbe Covatta agli addetti di Islamic Relief che denunciano l'assenza di «vere moschee a Milano, con i minareti, mentre in Egitto ci sono le chiese cattoliche». Fa gli onori di casa il sindaco Beppe Sala che si propone lui come l'anti Salvini.

Con la benedizione dell'arcivescovo Mario Delpini ai milanesi che «danno soccorso a chi non ha soccorso e fanno il bene».

Commenti