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Taxi, Delrio: "Non abbiamo ceduto alla piazza ma no a UberPop"

Il ministro delle infrastrutture commenta l'accordo tra il governo e i tassisti, in sciopero per sei giorni contro l'emendamento Lanzillotta. E poi su Virginia Raggi...

Taxi, Delrio: "Non abbiamo ceduto alla piazza ma no a UberPop"

"Non abbiamo ceduto alla piazza. Le sigle che abbiamo convocato non erano in piazza e hanno preso le distanze da quello che è successo. Ci confrontiamo con chi vuole trovare una soluzione non con chi vuole incendiare il Paese", così Graziano Delrio in un'intervista al Corriere della Sera.

Il ministro delle infrastrutture commenta l'accordo tra il governo e i tassisti, in sciopero per sei giorni a causa dell'emendamento Lanzillotta, contenuto nel Milleproroghe, che a loro parere avrebbe favorito servizi come "Uber", l'app per gli autisti senza licenza. "Abbiamo lavorato a un obiettivo che serve al Paese - ha spiegato il ministro - Una regolamentazione del settore ci vuole, a prescindere dalle proteste. Non possiamo andare avanti di proroga in proroga, di emendamento in emendamento. Noi aspettavamo la legge sulla concorrenza che delega il ministero a mettere ordine nel settore", e visto che è ferma da due anni, "abbiamo deciso di procedere lo stesso con un decreto che discuteremo con i sindacati dei tassisti, ma anche con sindaci e Regioni".

Per quanto riguarda "UberPop", cioè il servizio fornito senza licenza e a costi molto più bassi dei taxi, Delrio ha dichiarato: "Già adesso non è ammesso" e comunque "una differenza con i taxi deve rimanere. Gli Ncc potrebbero dover rientrare non nel garage di provenienza, ma nell'ambito territoriale ottimale", in cui hanno preso la licenza, la cui estensione andrà discussa con Regioni e sindaci. "Ma il nodo della territorialità deve restare - precisa il ministro - Così come vanno rafforzati i controlli: se uno ha la licenza in un paesino delle Marche e poi lavora tutto il giorno a Milano, mi chiedo se è concorrenza o concorrenza sleale".

Il ministro non chiude alle nuove tecnologie ma specifica: "Non è detto che tutto il vento nuovo faccia bene per forza. Siamo aperti all'innovazione, che in molti campi sta migliorando le nostre vite. Ma non è un bene a prescindere. Dipende da cosa fa, da come lo fa, dalle conseguenze. I fattorini in bici che portano le cene a casa per tre euro l'ora, per dire: sono innovazione o sfruttamento?". Il ministro ribadisce il suo "no a distruggere il lavoro delle persone senza farsi domande. Le piattaforme multinazionali non sono il bene assoluto. Vanno regolamentate, a partire dalle tasse: dovrebbero pagarle in Italia".

Delrio commenta anche la presenza del sindaco di Roma, Virginia Raggi, in piazza con i tassisti: "Un sindaco deve assumersi le sue responsabilità, non scaricarle sugli altri. Le licenze dei taxi le danno i Comuni non il governo. E un buon sindaco non carezza il pelo alla piazza, dando ragione a una categoria per volta. Semmai le scontenta un po' tutte e poi trova la giusta mediazione.

Proprio quello che stiamo facendo noi sui taxi".

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