Taxistas contro Uber, la Spagna in tilt

Traffico paralizzato e violenze: tre autisti aggrediti con sassi e spranghe

Taxistas contro Uber, la Spagna in tilt

Barcellona - I più agguerriti sono loro, i tassisti della capitale della Catalogna che, già una decina di giorni fa avevano fiutato l'aria e preparato la protesta che, da ieri, è diventata endemica nelle principali città spagnole, dove si sono verificati atti di violenza contro persone e forze dell'ordine, intervenute per liberare le principali arterie stradali bloccate dalla protesta della auto giallo-nere. Le manifestazioni sono la causa della decisione del governo centrale di Madrid di fare ricorso a favore delle società di mobilità, come Uber, Cabify e Heetch, per aumentare le licenze disponibili per le auto private senza conducente. La legge che regola i permessi per il trasporto privato non erano piaciute né alla Catalogna né alle altre comunità autonome, tra cui quella madrilena che aveva chiesto una sensibile diminuzione delle licenze per i vettori privati.

Venerdì e sabato, secondo il principale sindacato dei tassisti, le 4.400 auto giallo-nere di Barcellona non hanno effettuato servizio, concentrandosi nelle principali piazze e vie del centro e trascorrendo la notte in strada per manifestare contro la Capital e il ministro dello Sviluppo del governo socialista. Sulla Gran Via alcuni autisti di Uber sono stati aggrediti dai tassisti con sassi e spranghe: tre persone sono state portate in ospedale.

Oltre a mandare in tilt il traffico, già rallentato dalla presenza dei vacanzieri, i «taxistas» hanno interrotto l'autostrada che collega Barcellona all'aeroporto El Prat. Sul versante meridionale della costa barcellonese, tra Montjuic ed El Prat de Llobregat, si è creata una coda di oltre 15 chilometri, tanto che è dovuta intervenire la Guardia Civil per sedare alcuni scontri tra manifestanti e chi doveva raggiungere l'aeroporto.

Nella serata di sabato, l'assemblea sindacale di tassisti catalani ha deciso di confermare a oltranza lo sciopero, fino al ripensamento del governo e a un limite più ristretto per le licenze. Attualmente a Barcellona è concessa una licenza ogni 30 taxi, cifra che il governo di Madrid vorrebbe portare a 20. Ma i tassisti non ci stanno.

La protesta si sta spostando anche a Madrid (dover era già iniziata giovedì sera con la metà dei taxi fermi), a Salamanca, Toledo e Siviglia: qui oltre 300 vetture pubbliche sono da ieri parcheggiate tra il centro e le stazioni dei treni tra lo stupore dei turisti stranieri.

I nuovi strumenti di mobilità della new economy non sono mai piaciuti ai tassisti di Spagna: Uber aveva iniziato a operare a Madrid a Barcellona nel settembre del 2014, ma

dopo soltanto un mese, aveva sospeso l'attività, dopo che un giudice catalano aveva accolto il ricorso del sindacato tassisti per concorrenza sleale. Decisione presa anche in Italia nel giugno 2015 e a Bruxelles nel 2016.

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