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Tedeschi a processo per gli appalti furbetti

Rigidi in casa (anche nostra) e furbetti altrove. Tedeschi ancora nell'occhio del ciclone in Grecia con le accuse di corruzione, riciclaggio e abuso di ufficio. I vertici di alcune aziende produttrici di armamenti sono finiti in un'indagine della magistratura greca. Circa 38 i milioni versati complessivamente a politici greci e all'ex direttore generale della Difesa, Antonis Kantà, che lo ha ammesso direttamente alcuni mesi fa davanti ai pm, scoperchiando un vero e proprio vaso di Pandora per le forniture di carri armati, cingolati e proiettili. Oggi i pm ellenici chiamano a testimoniare tredici dirigenti di vario livello delle società tedesche Atlas e Rheinmetall AG, coinvolti nei programmi di armamento di sommergibili e sistema anti-aerei Asrad venduti alla Grecia a prezzi esorbitanti. Il governo greco ha già presentato una causa civile per ottenere il risarcimento di 13 milioni. Una goccia nel mare di denaro che dal 2000 al 2010 è transitato sull'asse Berlino-Atene, con la tedesca Siemens che tra le altre cose si aggiudicò gli appalti per i lavori multimilionari delle Olimpiadi greche del 2004 costate tre volte quelle di Londra: metropolitana di Atene, aeroporto internazionale «Elefteros Venizelos», ponte di Rio-Antirrio, e con il conseguente terremoto ai piani alti della multinazionale. Davanti ai magistrati Kantas ha confessato di aver intascato personalmente almeno 19 milioni di dollari di mazzette, per forniture di 170 carri armati Leopard, proiettili e sistemi di difesa di vario genere nonostante le casse del Paese fossero già in profondo rosso.

Una primizia nel sistema tangentizio greco che ebbe il suo fulcro nell'ex ministro Akis Tzogatzopulos, per vent'anni braccio destro di Andreas Papandreou, padre padrone socialista della Grecia, da trenta mesi agli arresti accusato di tangenti sempre con la Germania implicata.

twitter@FDepalo

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