Ticket, lavoro e statali Assalto alla diligenza per spolpare la manovra

Pressioni sul governo, ma i soldi non ci sono. Per la decontribuzione sempre meno risorse

Ticket, lavoro e statali Assalto alla diligenza per spolpare la manovra

Roma - È l'assalto a una diligenza vuota. La maggioranza si sta avvicinando alla legge di Bilancio con uno spirito da anni Ottanta, tra proposte di bandiera e disinteresse per la tenuta dei conti. Clima che preoccupa il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per ragioni politiche e anche il premier Paolo Gentiloni, che invece teme per la tenuta della coalizione. A una settimana dal varo della manovra, le risorse restano quelle scritte nella nota di aggiornamento del Def. Quindi, al netto della toppa per non fare scattare la clausola di salvaguardia che farebbe aumentare Iva e accise nel 2018 che vale ben 15,7 miliardi, resta una cifra che, come ha ammesso lo stesso Padoan è «variabile», ma si muove su margini strettissimi. Tra 3,5 e 4 miliardi di euro.

La lista della spesa da finanziare, in compenso, si allarga. C'è il pacchetto lavoro per il quale «ci sono pochissime risorse», ammetteva nei giorni scorsi un esponente del governo. La misura cardine del governo Gentiloni, la decontribuzione, si è ridotta all'osso, tanto che si prevede di destinare agli incentivi alle assunzioni meno di 400 milioni di euro. Il piano resta quello di dimezzare i contributi per tre anni per gli under 29. Escluso l'innalzamento della soglia dell'età come avrebbe voluto il governo. La Commissione europea non ha concesso una deroga, nonostante le caratteristiche del mercato del lavoro italiano.

Poi c'è il pacchetto lavoro 4.0, che comprende sgravi e incentivi per la formazione per le aziende che puntano sulle nuove tecnilogie.

Pesano paradossalmente di più le misure spuntate negli ultimi giorni, come quelle richieste da Mdp (che ha votato sì alla nota di aggiornamento del Def) con l'abolizione dei ticket da 10 euro, poi il reddito di inclusione e il rafforzamento degli assegni per i figli(portando la soglia di reddito a 5.000 euro). La parte del leone tra le misure di spesa la fa il rinnovo del contratto degli statali che costerà ben 2,6 miliardi di euro. Costa molto meno, ma è molto attesa, l'estensione della cedolare secca anche agli affitti commerciali. Sempre sul settore immobiliare, sono allo studio anche sgravi per gli affitti commerciali nelle aree periferiche.

La legge di Bilancio dovrebbe poi cancellare una delle poche misure di politiche attive del lavoro, l'assegno di ricollocazione, limitandolo a chi è in cassa integrazione e destinando le risorse ai Centri per l'impiego per i quali si prevedono 3.000 assunzioni. Le coperture restano un mistero, almeno per la parte che riguarda i cittadini, quindi le nuove entrate. Sono 5,1 miliardi di euro che saranno trovati con l'estensione della rottamazione delle cartelle. Poi l'allargamento dello split payment ad altre categorie.

In arrivo un'altra stretta sulle compensazioni tra crediti Iva del contribuente e suoi eventuali debiti con il fisco. Verranno scoraggiate con ulteriori adempimenti e burocrazia. Un modo per fare cassa a spese dei cittadini.

Altre misure a copertura spuntate negli ultimi giorni di lavoro al ministero, la cartolarizzazione elle liti fiscali pendenti e anche la web tax.

La rottamazione bis arriverà alla fine della prossima settimana, in un decreto fiscale che sarà approvato dal consiglio dei ministri e preparerà il terreno alla Legge di Bilancio vera e propria. La cartolarizzione consiste nell'affidare a società finanziarie i ruoli affidati alla riscossione, che valgono più di un miliardo di euro.

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